Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film
un film che ho avuto molto piacere rivedere. tecnicamente ineccepibile. una sceneggiatura che pesca nella STORIA, e un film dell'orrore che non ha nulla dell'orrore se non l'abisso umano.
basato sul capolavoro senza tempo di dario argento del 1977, che è e rimane un'esperienza visiva e sensoriale unica, di cui sento il bisogno più volte durante l'anno.
argento aveva bisogno di visi, ma dava l'impressione di non dare troppa importanza alle interpetazioni(lo dimostrano di sicuro i suoi film meno ispirati dopo OPERA in poi); erano gli attori che mettevano del loro immergendosi in quell'esperimento d'improvvisazione calcolata al millimetro che è SUSPIRIA.
rivisto in double bill con il SUSPIRIA di guadagnino, mi ha rinnovato questo orgasmico piacere.
il film di guadagnino ovviamente è tutta un'altra cosa; c'è l'accademia di danza e ci sono le ballerine e ci sono le streghe, per il resto, il film di guadagnino da l'impressione di essere un omaggio amoroso a quel film, maturato nel tempo, e partorito sotto un'altra veste.
dove nel suspiria del 77 l'orrore era sciolto nell'acido di colori sparatissimi, spasmi di grida cromatiche nel buio di un set nudo e crudo, o in architetture ben scelte e studiate, nel film di guadagnino, l'orrore è soffocato in orrori ben più assordanti, l'olocausto e il terrosimo tedesco di quegli anni con la banda baader meinohoff, e diluito in una palette di colori che vanno dal grigio sporco dei palazzi berlinesi della ricostruzione, e dei marroni della terra che tutto ingloba e assorbe.
per di più l'orrore di guadagnino deriva da un'enclave di hamish in ohio; nasce da un'asfissiante sottomissione religiosa e dal rantolo mortale di una madre morente.
madre che maledisce la figlia cancerosa, che scappa per ribellarsi nel ballo.
tutto quello che in dario argento è al massimo, musica iconica, omicidi che sono coreografie di danza moderna, scenografie che sono dipinti, nel suspiria di guadagnino sono l'opposto.
la musica è sottotono, quasi non te ne accorgi, se non per esempio nell'esibizione verso la fine.
gli allenamenti, poichè sia nel suspiria del 77 come nel suspiria nel 77, non sono classici allenamenti che ti insegnano i passi; si presume che chi arriva lì, sappia già danzare; nella tanz akademie di markos, si insegna a sentire il ballo che è poi un nutrimento per servire alla strega madre, le ragazze migliori di cui cibarsi per continuare a rinnovarsi e poter abbandonare le vestigia mortali vecchie e marce, e incancrenirsi in nuovi abiti mortali.
quindi l'allenamento serve alle streghe per liberarsi delle allieve che si ribellano a ciò che scoprono.
le streghe di guadagnino si cibano dei sensi di colpa e dei peccati di coloro che hanno fatto del male, e quale posto migliore se non la berlino di quegli anni, dove la colpa della guerra e dell'olocausto è ancora fresco e in fase di digestione.
nel suspiria di guadagnino, l'accademia è il centro focale; le streghe sono le protagoniste, assistiamo ai loro pasti, alle loro uscite al ristorante, dove ridono e scherzano pubblicamente e disquisiscono telepaticamente sul da farsi, in quanto congrega di fattucchiere, tra l'altro con in atto un ammutinamento tra blanc(nell'originale joan bennett nella sua aura di diva anziana in trasferta europea) e markos, qui come nell'originale, vista solo di sguiscio nel finale.
le ballerine sono carne giovane per denti avariati e marci e stomaci in decomposizione, che hanno valore solo se sanno sentire il ballo creato da markos verso la fine degli anni 30 del 1900, in quanto banco di prova e test per le loro trasmigrazioni terrene.
locations, scenografie, decori e costumi e tutto il reparto tecnico è meravigliosamente al servizio nel rendere il marciume che deborda da questa accademia, dalle sue viscere, dai suoi corridoi, dalle sue sale di danza... un marciume che ne visita gli ambienti nelle fattezze di un riflesso fluttuante da cui fuoriescono urla e lamenti.
personaggio importante nel film di guadagnino è il professore klemperer, psicologo che ha in cura la prima ragazza che sparisce dall'accademia, o per lo meno, che se ne abbia notizia.
il suo è un personaggio scampato ai campi di concentramento che ha perso l'adorata meglio e non ne ha più saputo nulla.
leggendone il diario viene a conoscenza di ciò che lui interpreta come deliri,, di ciò che la ragazza ha scoperto e annotato.
nel film di argento susy incrociava pat e ne catturava nel frastuono del temporale alcune parole chiave, nel film di guadagnino, patricia lascia una testimonianza scritta, che viene malintepretata, così come nell'originale invece era il dettaglio che non si riusciva a ricordare, comprendere e decifrare adeguatamente.
nei film la stregoneria, viene descritta come una credenza del passato o un delirio psicologico, ma solo nel film di guadagnino il particolare periodo storico viene preso come uno spunto originale e importante.
comunque la s'intenda, una volta che si viene scelte, la fine è certa, e se nel film di argento la trasmigrazione si intuisce da uno strano sorriso di susy scampata alla distruzione del covo, nel film di guadagnino, invece è molto più indagata ed evidenziata dalla reazione di blanc e dalle consorelle.
ottimo il lavoro sulla ricerca delle attrici e degli attori, anche se la mia perplessità riguardo a dakota johnson è ancora più accentuata dopo averlo rivisto.
e quindi swinton, winkler, soutendjik, goth e sacchi, trai visi conosciuti.
una presenza scenica quasi nulla, in un personaggio che doveva risultare annientata dall'autorità religiosa materna che l'ha ripudiata, e che non riesce mai a concretizzarsi nemmeno nel finale al cospetto di klemperer.
passa dai vestitini dimessi da caritas allo stato larvale, alla mise da falena in pieno spolvero gran firma senza comunicare il minimo trasporto empatico col personaggio... lei o qualcun'altra, esattamente lo stesso. il suo nome nei titoli era totalmente inutile e inesistente.
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