Regia di Alberto Morais vedi scheda film
La madre (2016): locandina
CINEMA OLTRECONFINE
Miguel ha 14 anni, ma anche appiccicata addisso una maturità completamente incongruente rispetto alla sua giovane età, ed alimentata dalla necessità di sopravvivenza, nel senso più reale e concreto, quindi drammatico, del termine, ed dal sogno di poter anche lui finalmente riuscire a guadagnarsi una situazione familiare stabile e serena: ovvero tutto il contrario di quanto lo caratterizza in questo momento.
Sua madre infatti è una donna instabile, insicura, depressa che gira di amante in amante senza riuscire a responsabilizzarsi verso un ruolo naturale di madre e responsabile della famiglia che spesso diviene un comportamento naturale, quasi istintivo, dettato da priorità naturali irremovibili.
La madre (2016): Javier Mendo
Infatti è Miguel a doversi preoccupare di guadagnarsi come può il sostentamento necessario: vende sigarette e fazzoletti ai semafori, ruba quando è il momento opportuno per farlo.
Quando i centri sociali iniziano ad interessarsi al caso, dopo che una professoressa nota certi comportamenti di solidarietà di coetanei nei confronti di Miguel e dopo che scopre il giovane intento a vendere abusivamente agli automobilisti, per il ragazzo verrà il tempo di lasciate la scuola e darsi alla clandestinità presso un ex amante rumeno della moglie, che lo introdurrà nella cerchia del lavoro minorile in nero..
La madre (2016): Javier Mendo
Ma la situazione prenderà una brutta piega anche a causa dei rapporti tesi tra Miguel l'uomo, ed il di lui figlio coetaneo aggressivo e geloso.
In questo tetro contesto apparirà provvidenziale la figura quasi angelica di Maria, una barista dal cuore d'oro che saprà accettare, quasi incoraggiandoli, certi crimini di sopravvivenza a cui ricorre a malincuore il giovane ai danni della donna.
La madre (2016): Laia Marull, Javier Mendo
"La madre" si ostina, con risultati stilisticamente felici ed in piena coerenza con contesto socio-antropologico che fa da sfondo alla vicenda, a mantenere una narrazione fedelmente ancorata ad un realismo spietato e senza tregua, aprendosi solo nella contemplazione dello sguardo artonito che i bellissimi occhi cerulei di Miguel comunicano al mondo, con lui sempre ostile come un percorso in salita che non accenna a concedere tregua.
La madre (2016): Javier Mendo
Dopo Las Olas del 2011 e Los chicos del Puerto (2013), torna Il regista spagnolo di origine portoghese Alberto Morais, classe 1976, e ci stordisce con una storia di una ricerca di normalità che diviene legittima e comprensibile anche quando l'accanimento comporta e necessità di azioni moralmente deprecabili.
Come a volte capita nella vita, le disavventure o gli apparenti fallimenti possono ricondurre i soggetti a ripensamenti e a ridimensionamenti dei propri punti di vista intransigenti, rendendo per una volta giustizia all'apparato burocratico solo apparentemente insensibile e cieco.
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