Regia di Joachim Trier vedi scheda film
Dalla Norvegia una delicata love story (con sfondo alla Carrie) tra due adolescenti dello stesso sesso. Una regia sensibile e quasi mistica, sovrasta ogni (pre)giudizio, in favore di un amore incondizionato. Un amore dolce, tenero, combattuto. Respinto. Desiderato. Sofferto.
Thelma (Eili Harboe) per proseguire gli studi universitari lascia i genitori e si trasferisce ad Oslo. Colpita da un attacco epilettico, nelle aule scolastiche, viene aiutata da Anja (Kaja Wilkins). Le due diventano amiche. Anzi, più che amiche: Anja lascia il ragazzo e, durante una rappresentazione a teatro, dimostra attenzioni particolari per Thelma. Quest'ultima, attratta ma turbata nell'intimo per la sua forte educazione cattolica, fugge in lacrime. Da quel momento le crisi convulsive si fanno più frequenti. Accertamenti medici escludono però essere manifestazioni epilettiche, quanto piuttosto convulsioni psicogene non epilettiche.
"Sono arrabbiata.... sono arrabbiata con te... mio Dio perché mi fai questo? Perché non posso essere me stessa?" (Thelma)
"(Le crisi epilettiche) Per oltre 3000 anni sono state ritenute manifestazioni soprannaturali, un segno di possessione da parte di streghe che lanciavano maledizioni sugli individui. Il termine attacco, veniva usato per descrivere un'aggressione da parte degli dei o dei demoni..." (Thelma segue un video su YouTube)
Dalla Norvegia il sensibile regista/sceneggiatore Joachim Trier porta sugli schermi una delicatissima storia d'amore. Una storia d'amore non convenzionale, tra ragazze, delle quali una (la splendida protagonista Eili Harboe) in piena scoperta della propria (vera) sessualità. Una sessualità sofferta, vissuta tra sensi di colpa (dettati dal rimorso), pianti, desideri, delicate carezze e teneri baci. Thelma si apre con una panoramica dall'alto, in lontananza: la telecamera lentamente si avvicina a una piazza, attraversata da persone che si muovono sperdute, dando l'impressione -da quel punto macchina- di essere formiche in rapido movimento. E si chiude alla stessa maniera. Con una carrellata a ritroso, dalla stessa piazza; e le stesse (o forse altre ma che importa?) formiche in agitato movimento.
La regia è -per tutta la durata del film- superiore, sia in termini qualitativi, sia come punto di vista, per condivisibile e giusta sospensione di giudizio morale. Ovvero un punto di vista che si fa superiore a certe convenzioni, piccole, infime, come piccola (di fronte all'immensità dell'Amore) è la razza umana. La rigida educazione cattolica, che si manifesta anche in sogno (in un paio di occasioni, pensando ad Anja, Thelma sogna un serpente... chiaro simbolo della tentazione, in metafora biblica), contrasta duramente con la scoperta di un sentimento nuovo. Thelma non solo è attratta da Anja, ma prova piacere ad essere accarezzata da lei, prova turbamento, e stordimento, e gioia, e appagamento. Versa lacrime di godimento, e speranza, e diniego nel dolce, profondo, delicato ma deciso bacio che riceve e dà, con tutta se stessa. Un bacio bagnato dalle lacrime. Questa rivoluzione interiore non può non avere effetti: le crisi convulsive -pur se già comparse precedentemente all'innamoramento- si intensificano proprio dopo la contrastata esperienza, e nella memoria di Thelma si riaffaccia un tragico evento del passato. Trier guarda evidentemente a Carrie (ma anche alla Jennifer Corvino di Phenomena) nel dare un tocco di magica irrazionalità alla storia che, di fatto, poggia le fondamenta nel dramma. Ancora una volta è nell'età intermedia -tra adolescenza e maturità- che si annida il disagio. Il dolore che muta in piacere; il piacere che fa piangere. Ancora una volta, sensibilità e tenerezza devono fare i conti con le pulsioni innate che regolano i desideri. L'amore non ha confini, né barriere. E Dio è sempre lieto di vedere due persone amarsi davvero. Intensamente. Profondamente. Al di là degli stupidi confini che noi -esseri umani prevenuti e limitati- ci siamo posti e -peccando veramente- abbiamo imposto agli altri. Thelma è dunque un film due, tre volte bello. Per come è ben costruito (il momento di seduzione in teatro è da Oscar), per il messaggio che trasmette (l'Amore non ha sesso). E per un lieto fine che premia i veri sentimenti. Oltre ogni inutile e cieca, per non dire assurda, convenzione.
"Signore ti prego, liberami da questi pensieri. Ti supplico allontanali. Signore ti prego, liberami da questi pensieri. Ti supplico allontanali. Signore ti prego, liberami da questi pensieri. Ti supplico allontanali..." (Thelma ripensa al delicato bacio di Anja e alle sue tenere carezze)
"La forza idraulica più potente dell’universo, è la lacrima di una donna." (Carlos Fisas)
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