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Baby Driver - Il genio della fuga

Regia di Edgar Wright vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Baby Driver - Il genio della fuga

di zombi
5 stelle

c'è qualcosa di insanabilmente fastidioso in questo film di edgar wright. e proprio a cominciare dalla colonna sonora che dall'i-pod di baby si diffonde senza fermarsi mai, al film e alle mie orecchie. 

gli strabiglianti inseguimenti ripresi da infinite angolazione, di cui non sono mai stato un grande estimatore(nonostante ricordi estasiato quelle di VIVERE E MORIRE A LOS ANGELES, e mi abbiano divertito e emozionato quelle riprese ad altezza pneumatico nei poliziotteschi ) smorzavano i miei entusiasmi, così come l'interazione coi vari criminali da strapazzo nei colpi organizzati da boss.

se la musica fa bene o male parte di chiunque di noi, e ognuno si è fatto nel corso della propria vita, svariate cassette col personale "meglio di" del cuore, il motivo per cui baby è costretto a fare da autista al criminale spacey(porello.... mi spiace..... chi non ha amato spacey nei suoi ruoli di cacchina schizzato con quella faccia da sfigato inespressivo?!?!?!?!)e le motivazioni che lo portano ad avere perennemente le cuffiette nei padiglioni auricolari, irrita il pazzo jamie foxx esattamente come me. 

sappiamo ciò che lo sceneggiatore ha deciso che lo spettatore debba sapere di baby e sappiamo anche che con uno come boss-spacey, non finisce quando dovrebbe, perchè la criminalità ha una morale tutta sua che inizia e termina, se termina, solo quando i suoi interessi lo decidono.

quindi di questo (baby)driver sappiamo forse anche troppo, a cominciare dal nome che lo identifica come persona, e che come tutti prima o poi, rappresenta il mito del vivere sulla strada, con una macchina potente, la musica a tutta volume e una bella ragazza che ami al tuo fianco, che ami ciò che ama lui. 

il mito su pellicola della libertà a stelle e strisce.

per me BABY DRIVER è troppo schematicamente iconizzato. ci sono le icone al suo posto e i rimandi cinematografici elencati ma anche rimaneggiati, per non essere freddamente riproposti, come la morte del pazzo , portata talmente a pressione dal personaggio di jamie foxx che ti ritrovi l'omaggio a "il quarto uomo" di paul verhoeven, servito nel giro di un secondo.

un film che non mi ha mai preso, in molti momenti mi ha annoiato, ma soprattutto non sono riuscito a capire cosa stessi vedendo.

mi è sembrata una infilata di , più o meno, belle canzoni, inframezzate da stralci di films.

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