Regia di Edgar Wright vedi scheda film
Edgar Wright abbandona il fortunato filone di commedie culminate con il folle “La fine del mondo” per dedicarsi ad un action movie dal ritmo costante ma che ha nella sceneggiatura e nella scelta dell’attore protagonista i suoi unici piccoli difetti.
Baby (Ansel Egort) ha l’acufene che cura sparandosi rock ‘n roll in cuffia, un innato talento nella guida e un debito da saldare con Doc (Kevin Spacey), boss malavitoso dalle spiccate doti tattiche che lo costringe a fare da autista nei vari colpi da lui ideati nei quali cambia sempre tutto, comprese armi e partecipanti, tranne lui, Baby, ragazzino prodigio dal triste passato familiare (sopravvisse ad un incedente automobilistico in cui morirono sia il padre che la madre). Baby è un tipo taciturno ma un giorno conosce Debora nel bar in cui lavorava la madre e la musica è subito un incredibile collante tra i due tanto che le promette che una volta saldato il suo debito con Doc, fuggiranno insieme. Ma Baby è un ragazzo pulito che aiuta il suo padre adottivo sordomuto che vorrebbe vederlo libero dalle grinfie del malaffare. Ma il crimine non ti molla mai.
Wright gira con l’ormai consueta maestria scene d’azione spettacolari ed incalzanti e il film corre spedito fino all’ultima mezz’ora nella quale la love story tra Baby e Debora appesantisce un po’ la visione, culminando in un finale un po’ telefonato e buonista. Resta un film godibile che ha nella colonna sonora (da sballo la scelta dei “pezzi da rapina”, su tutti Belbottoms dei Jon Spencer Blues Explosion) e nelle scene d’azione il suo punto di forza mentre la sceneggiatura ha qualche inspiegabile passaggio a vuoto soprattutto nel personaggio di Doc (interpretato da un Kevin Spacey poco sfruttato). Infine Egort è fin troppo “baby” nell’espressione, e nella performance, ci sarebbe stato bisogno di maggiore cazzimma. Resta un action movie di tutto rispetto e che merita la visione.
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