Espandi menu
cerca
Baby Driver - Il genio della fuga

Regia di Edgar Wright vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 318
  • Post 219
  • Recensioni 6726
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Baby Driver - Il genio della fuga

di alan smithee
6 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

Baby è un ragazzino orfano che vive con un nero sordomuto che un tempo lo ha accudito con affetto, e a cui il giovane ora ricambia i servigi con la medesima intensità d’animo ed il medesimo affetto. Senza reddito fisso, il giovane decide di utilizzare le sue doti di esperto pilota per condurre macchine destinate a trasportare una banda di rapinatori con il malloppo alle calcagna. La particolarità della cosa è che il ragazzo trae tutta la sua spericolata ma geniale attitudine alla guida, grazie al ritmo che proviene dalle musiche prescelte che scaturiscono dal suo Ipod, e che le sue orecchie percepiscono in modo speciale a causa di un disturbo, un ronzio persistente che il ragazzo si è procurato a causa dell’incidente in cui perse i genitori, e che per zittire il quale lo stesso ingegnoso giovane malvivente e' ricorso alla musica, ritmata e potente, in grado anche di dargli il giusto sprint di guida.

Il capo e la mente della banda di incalliti criminali si chiama Doc (Kevin Spacey), ma i due più temibili elementi sono Buddy (John Hamm, affascinante sin già dal profondo timbro vocale, non esente da ironia e caricaturalità), ex broker di Wall Street che ha cambiato tattica di prelievo fondi, la sua provocante compagna Darling (Elza Gonzalez, sexy e di gran piglio), e l’incontrollabile e nervoso Bats (Jamie Foxx).

Quando una rapina si mette male, inizieranno i guai veri, ma per il ragazzo, che inizierà solo in quel momento a porsi i problemi sui ciò che è bene e su ciò che appartiene all’illecito, facendosi prendere da rimorsi morali che prima non lo sfioravano minima, minimamente. In questa sua “conversione di coscienza”, buona parte del merito lo si deve all’incontro di Baby con una giovane cameriera di nome Debora, pure lei orfana (la interpreta la delicata ed aggraziata Lily James).

Sotto la direzione dello spigliato ed interessante Edgar Wright, noto per la sua ironica e sfrontata “trilogia del cornetto” (riferita la cono gelato che lega tre film di fatto differenti nel genere e nella trama e che comprende L’alba dei morti dementi, Hot Fuzz e La fine del mondo, tutti interpretati dal duo comico Simon Pegg e Nick Frost, detro sceneggiatura di pegg e Wright), ma anche per qule assai più interessante e più sfortunato Scott Pilgrim vs. the World, Baby Driver è una commedia d’azione con il giusto grado di adrenalina, il ritmo esuberante di un action girato con perizia e un pizzico di sana ironia, forte di un cast sin troppo ridondante e faraonico che vede impegnati almeno due premi Oscar in ruoli ironici e stuzzicanti, ma non certo fondamentali alla carriera dei due (Foxx e Spacey).

Il protagonista Ansel Elgort ha alle spalle la giusta esperienza in fortunati adattamenti seriali da romanzetti di fantascienza (Divergent 1 e 2) e quello spudorato Colpa delle stelle in grado di far piangere frotte di ragazzine.

Tanti buoni ingredienti per un risultato tecnicamente impeccabile, scene di inseguimento esagitate su Subaru rossa davvero appassionanti, ironiche, divertenti, ma mai e poi mai in grado di suscitare vere emozioni o stati d’animo di un qualche rilievo, incerto com’è il film se mantenere il piede tirato sull’acceleratore del ritmo, o spendere parte del tempo a dedicare attenzione e riscontro alle problematiche di coscienza che scuotono finalmente anche il nostro energico, scattante, ma anche inizialmente un po’ superficiale super autista.

Senza lesinare sparatorie a sangue freddo e ammazzamenti con bagno di sangue e crivellamenti, il film tuttavia si ferma a metà strada tra il prodotto per ragazzi e il film pulp, indeciso che strada intraprendere.

E se di fatto non potevano né volevamo osare aspettarci qui una versione giovanile de Driver l’imprendibile, il secondo adrenalinico e duro impegno da regista del grande Walter Hill dei pieni anni ’70, è altrettanto certo che a fine visione di questo filmetto, ogni eventuale dubbio di tal genere, che potrebbe sorgere lecitamente anche solo leggendo la trama che caratterizza entrambi, viene completamente a tramontare.

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati