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Perfectos desconocidos

Regia di Álex de la Iglesia vedi scheda film

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La recensione su Perfectos desconocidos

di Isin89
7 stelle

 

 

locandina

Perfectos desconocidos (2017): locandina

 

Álex de la Iglesia realizza il suo primo remake sfruttando l'onda del successo del nostrano Perfetti Sconosciuti, diretto da Paolo Genovese. Ciò che esce è un'opera folle e inverosimile che presenta tutte le caratteristiche del cinema iglesiano rimanendo comunque fedele al concetto di base del film originale. Il regista spagnolo abbandona il realismo fin troppo ostentato dal film di Genovese e trasporta la narrazione su un piano surreale e grottesco, permettendo a chi osserva di dare credibilità a situazioni al limite dell'assurdo. Perfectos Desconocidos non è un semplice remake ma una personale interpretazione di un'opera esistente riadattata secondo la cifra stilistica del suo autore.

Una sabato sera qualsiasi a Madrid. Eva e Alfonso organizzano una cena invitando i loro amici di tutta la vita. Durante la serata viene proposto un gioco: ogni commensale deve appoggiare sulla tavola il proprio cellulare leggendo a voce alta ogni messaggio e rispondendo alle chiamate davanti a tutti. Convinti di conoscersi e non avere segreti, i sette amici scopriranno terribili verità che metteranno in discussione la loro sincera e duratura amicizia.

Álex de la Iglesia rimaneggia il film di Genovese rendendolo una perfetta espressione della propria vena autoriale laddove Perfetti Sconosciuti, pur con tutti i suoi pregi, non era che il compito ben realizzato di un mediocre regista. Inevitabile il confronto tra i due lavori dal momento che, oltre a essere usciti a poco più di un anno di distanza, affrontano la tematica della dipendenza dai telefoni cellulari in modo affine. Noto ai più per l'umorismo nero che abbraccia uno stile grottesco e a dir poco surreale, De la Iglesia trasporta gli avvenimenti su un piano molto meno realistico e, per certi versi, maggiormente credibile rispetto alla pretestuosa seriosità del film originale. La pecca principale di Perfetti Sconosciuti sta nella forzosa necessità di rendere credibile ogni situazione finendo in questo modo per svilire quanto di bello era stato pensato. Circostanze quotidiane vengono macchiate da un realismo eccessivo che trasforma la loro autenticità in un qualcosa di assurdo e inverosimile. Difficile credere a un tipo di realismo che fatica a trovare veridicità nelle proprie azioni e pretende di somigliare quanto più possibile alla vita reale. Lo spagnolo utilizza lo stesso percorso narrativo proponendo però un approccio differente che si adagia alle proprie esigenze stilistiche. Il surrealismo che pervade gli avvenimenti di Perfectos Desconocidos stempera l'eccessiva seriosità imposta dal film originale in favore di una visione più stralunata ma non per questo meno credibile.

Belén Rueda, Juana Acosta, Eduard Fernández, Pepón Nieto, Eduardo Noriega, Dafne Fernández, Ernesto Alterio, Alex de la Iglesia

Perfectos desconocidos (2017): Belén Rueda, Juana Acosta, Eduard Fernández, Pepón Nieto, Eduardo Noriega, Dafne Fernández, Ernesto Alterio, Alex de la Iglesia

Belén Rueda, Eduardo Noriega, Juana Acosta, Ernesto Alterio, Eduard Fernández, Dafne Fernández, Pepón Nieto

Perfectos desconocidos (2017): Belén Rueda, Eduardo Noriega, Juana Acosta, Ernesto Alterio, Eduard Fernández, Dafne Fernández, Pepón Nieto

Credibilità a parte, il film di De la Iglesia non riesce tuttavia ad eguagliare la perfetta armonia recitativa che si viene creando nel film di Paolo Genovese. Niente può il grande talento degli attori spagnoli – alcuni di essi, come ad esempio Belén Rueda e Eduard Fernández, qualitativamente superiori rispetto agli omologhi italiani – di fronte alla spontanea sintonia instaurata da Valerio Mastandrea, Marco Giallini o Anna Foglietta, amici non solo sul set ma anche nella vita reale. Laddove Perfectos Desconocidos propone un tipo di comicità finemente studiata e bilanciata all'interno della narrazione, Perfetti Sconosciuti è il trionfo della spontaneità attoriale scaturita da tempi recitativi perfetti e un potente feeling instaurato tra i singoli interpreti.

Non deve però trarre in inganno quanto espresso fino ad ora nei confronti delle due opere. L'evidente superiorità artistica di Álex de la Iglesia non rende Perfectos Desconocidos migliore del suo omonimo italiano. Entrambi propongono la stessa idea narrativa affrontata per mezzo di circostanze e approcci registici infinitamente distanti tra loro. Genovese, mestierante di basso livello del cinema italiano, sceglie la strada del realismo più ostentato mentre De la Iglesia, maestro indiscusso dell'arte cinematografica spagnola, realizza un'opera riconducibile in tutto e per tutto al suo stile.

Sull'onda del successo di Perfetti Sconosciuti, Álex de la Iglesia realizza l'omonimo remake alterando l'anima del racconto di base in favore di una visione più grottesca e meno improntata all'assurdo. Il realismo eccessivo che caratterizzava il film di Paolo Genovese viene alleggerito da situazione folli e surreali che rendono Perfectos Desconocidos, titolo del remake spagnolo, un autentico film iglesiano.

 

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