Regia di Damián Romay vedi scheda film
Lavoro in evidente debito con Misery non deve morire, per come la protagonista (qui una cantante al posto dello scrittore) si ritrova al centro delle attenzioni di una ammiratrice un po' troppo esaltata. Film TV senza alcun motivo di interesse, per quanto fiacco e privo di qualità.
Monica Gordo (Bethany Lauren James) è ammiratrice di una cantante molto apprezzata, di nome Chelsea (Erika Christensen). Quest'ultima, dopo essere rimasta incinta, decide di ritirarsi dalle scene per un certo periodo. È durante un viaggio in aereo privato che Monica, dopo avere assunto l'identità di Evelyn King, l'assistente di volo, provoca un atterraggio in una zona isolata, simulando un incidente. Eliminati il pilota e il manager di Chelsea, Monica tiene segregata in una casa isolata la cantante, nella speranza di farle scrivere una canzone solo per lei. Intanto il marito di Chelsea, supportato da un fan aspirante biografo, si mette alla ricerca di indizi sull'incidente, che possano aiutarlo a capire cosa sia realmente successo.
Evelyn King: persino il cognome dell'assistente di volo denuncia chiaramente dove il regista (di origini argentine) Damián Romay voglia andare a parare. Infatti l'ombra di Misery non deve morire, aleggia per tutta la durata di questo blando TV movie, che sembra essere stato girato molto prima dell'anno di rilascio, stando ad un paio di telefoni cellulari che tradiscono l'età delle riprese. Forse anche per questo motivo (se veramente è tale) The follower (tradotto anche in italiano e circolato come Un'ammiratrice pericolosa) si presenta come film piuttosto raffazzonato, che sembra risentire di un lavoro "work in progress"; non si spiega altrimenti il surreale sistema adottato dalla psicopatica fan, in grado di deviare (come è tutto un programma) il tragitto di un aereo e farlo atterrare in un posto così selvatico. Con un preambolo così fantasioso, diventa pressoché subito impossibile empatizzare con i personaggi, tra l'altro resi, sul piano delle interpretazioni, a volte quasi imbarazzanti. A cominciare dall'antipatica e poco convincente Bethany Lauren James, ovvero quella che dovrebbe essere più credibile in quanto vero motore della storia e vittima di una follia che la porta a compiere il sequestro. Così, per novanta minuti, si sviluppa un film dimenticabile, privo di ritmo e senza alcun contenuto, o spunto di riflessione sul mondo delle celebrità. Rimangono, di bello e a margine, le location della Louisiana, che fanno da cornice/cartolina a questo patinato, ordinario e indolore thriller da prime time televisivo.
Preghiera prima del pasto
Che Monica Gordo, ovvero la falsa Evelyn King, manchi di qualche giovedì, o comunque non abbia tutte le rotelle al posto giusto, lo si può intuire non solo per quello che fa ma anche per quello che dice. Come nella scena del pasto. Dopo avere preparato delle uova strapazzate le serve a tavola costringendo Chelsea a pregare. E a recitare una preghiera quant'altro singolare:
"Signore, grazie per i pulcini mai nati e selvaggiamente strappati alle loro madri perché noi potessimo godere di questo pasto. Che possiamo noi vivere in modo degno del loro sacrificio, e la loro carne, e i loro organi mai sviluppati, possano darci forza, salute e creatività curando le nostre menti peccaminose piene di dolore e odio. Amen."
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta