Regia di Costa-Gavras vedi scheda film
Buon film che ricostruisce una delle pagine nere della storia francese, quei pochi giorni del 1941 in cui fu istituito e messo in funzione il tribunale speciale, allo scopo di punire sei carcerati di un reato che non hanno commesso: l'omicidio di un militare tedesco, i cui responsabili si sono dati alla latitanza. Venendo meno a basilari principi di civiltà giuridica, il ministro dell'interno del governo di Vichy spinge il ministro guardasigilli a compiere un'enormità, come controfirmare una legge penale con efficacia retroattiva.
Trovato un giudice compiacente (ben rappresentato dalla faccia di bronzo di Claude Piéplu) per presiedere il collegio, si tratta di punire sei persone, in carcere per piccoli reati, con il massimo della pena, per placare l'ira dei tedeschi (i quali si mostrano sorpresi di tanto zelo da parte dei francesi, fino a vietare le esecuzioni in piazza).
In Italia, dove non ci siamo mai fatti mancare nulla, un simile tribunale (il Tribunale speciale per la sicurezza dello Stato) funzionava già da quindici anni, a dimostrazione che, quando si vuole machiavellicamente ottenere un risultato, non ci si ferma davanti a niente, tanto meno davanti ai paradossi giuridici, nemmeno se si è nel paese che viene conosciuto come "la patria del diritto". E peraltro dalle nostre parti manca ancora un film che affronti così di petto un argomento tanto imbarazzante, che forse scatenerebbe nuovamente le proteste di tanti fascisti e fascistelli d'andata e di ritorno.
In ogni caso, va detto che Costa-Gavras sa tenere un ritmo serrato per tutta la durata del film, nonostante i tanti dialoghi, che sfiorano spesso il tecnicismo dottrinario in materia giuridica. Si fa aiutare da tanti volti noti del cinema francese ed italiano (tra i nostri attori spiccano Gora e Garrani), molti dei quali visti anche nei film di Buñuel (il già citato Piéplu, poi Bertheau, Lonsdale e Maistre).
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