Regia di Alex de la Iglesia vedi scheda film
Una gang di disabili compie azioni terroristiche nei confronti dei più fortunati della società: ricchi, belli, famosi. Un giorno prende in ostaggio la figlia di un miliardario, ma la situazione precipita fin da subito perché il gruppo è davvero mal assortito.
Per Alex de la Iglesia, 28 anni (classe 1965), questo titolo rappresenta l’esordio in lungometraggio, a due anni di distanza dal corto Mirindas asesinas (1991); le doti artistiche del regista si possono già ampiamente intuire, così come qualche difetto in termini estetici e narrativi. Vale a dire: nel primo caso l’illuminazione – fotografia dell’esperto Carles Gusi – perennemente carente, che può anche generare mistero e senso di degrado morale, ma di sicuro genera torpore nello sguardo dello spettatore; nel secondo caso, cioè sul piano della narrazione, Azione mutante soffre di una impressionante disomogeneità di ritmo: la sceneggiatura che de la Iglesia firma insieme a Jorge Guerricaechevarria si apre con un paio di sequenze mozzafiato per poi indebolirsi e riprendere una forma più snella, più scorrevole soltanto qua e là, per brevi tratti. L’azione non scarseggia, ma l’impressione è che talvolta serva solo da riempitivo. Detto ciò vanno comunque riconosciute le buone prestazioni del cast (Alex Angulo, Antonio Resines, Frederique Feder, Karra Elejalde, Saturnino Garcia, Fernando Guillen) e così pure l’ottimo lavoro negli effetti speciali e nel trucco, che contribuiscono a creare un contesto à la Terry Gilliam, bizzarro, futuribile e non privo di un messaggio morale al di là della patina ironica. Producono i fratelli Agustin e Pedro Almodovar. 3,5/10.
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