Regia di Alex de la Iglesia vedi scheda film
Recensione provvisoria, in attesa di una seconda visione. Attenzione: SPOILER!
Assurda e anarcoide opera prima del geniale regista basco Álex de la Iglesia.
Già dall'urlo iniziale della vittima entriamo nel vivo dell'ambientazione distopica e grottesca del film, un film dove la (auto)Distruzione e il Delirio dominano incontrastati e rispecchiano lo spirito e la personalità caotica dei menomati protagonisti.
La feroce satira di de la Iglesia massacra impietosamente, e giustamente, l'irritante superficialità insita nel conformismo, nell'esibizionismo e nel culto dell'apparenza che la classe borghese ha imposto come modello di vita a tutta la società, mentre la polizia, composta da energumeni in ridicole divise in stile rugby, ricorre in modo palesemente gratuito e brutale alla violenza, pestando i 'criminali' mentre avviene l'arresto (leggendo burocraticamente i 'diritti' che l'arrestato/a avrebbe, anche se palesemente calpestati) e massacra a suon di pallottole chiunque si pari davanti, che sia terrorista o cittadino comune (intimando con voce fredda di deporre le armi, sempre solo per formalità). Come in ogni Satira che si rispetti, anche questo quadro distopico, in un universo dove la forma fisica conta più della sostanza reale, interiore delle persone, rispecchia fedelmente la realtà attuale, e non risparmia nemmeno i personaggi per cui l'autore (e di conseguenza il pubblico) nutre simpatia, ovvero i 'Rivoluzionari Mutanti'. Disordinati, non troppo svegli, per niente autosufficienti, impulsivi, vengono facilmente manipolati da Ramón, leader carismatico ma egoista del gruppo, il quale si dimostra più interessato al rendiconto personale che non agli Ideali da lui propagandati, e non si farà scrupoli di eliminare uno ad uno i suoi 'compagni' di lotta, prima mandandoli al macello durante la strage conseguente il rapimento di Patricia, poi uccidendoli fisicamente per non dividere il malloppo e tenere nascosto il proprio inganno; solo Alex, gemello siamese di Juan, scampa al tradimento, e sarà costretto, per ovvi motivi, a portarsi appresso per buona parte del film il cadavere del fratello (reso, per impedire la cancrena, simile ad una bambola da un cieco). L'(auto)critica ai Movimenti Rivoluzionari, per cui è evidente che de la Iglesia simpatizzi (lo si nota anche in altri film della sua filmografia), propone un ritratto fedele di ciò che spesso, purtroppo, è realmente accaduto in questi moti, con politicanti ambiziosi che hanno sfruttato i nobili Ideali di Libertà e Uguaglianza di molti/e combattenti ingenui/e per raggiungere i propri obiettivi.
Ma in questo film de la Iglesia vede una Speranza: nel finale, infatti, Ramón, beffato dal padre impazzito e in atteggiamento terroristico (come a dire: alla fine chi gestisce il sistema è il Vero terrorista, perché contrario alla propria natura umana!) della sposa rapita, che nel frattempo si è innamorata del suo rapitore, aiutandolo più volte nella sua 'impresa'(come quando, non si capisce come e non ci interessa nemmeno saperlo, riesce a fuggire dalla famigliola di arrapati con inquietante bambino sadico), ricorda i suoi Ideali e, dopo aver baciato la bella Patricia, si sacrificherà portando sé stesso e la bomba contro gli sbirri sopraggiunti. Dopo la Strage finale, all'insegna del Caos e dell'Assurdo, Alex, finalmente liberatosi dal fardello del fratello (e senza un braccio) raggiunge Patricia, anche lei privata in seguito all'esplosione di un braccio (dunque la Liberazione dall'ipocrisia e dalla futilità della classe borghese in cui è nata e cresciuta è oramai definitiva), e la coppietta può continuare la Lotta donchisciottesca, utopistica e romantica contro il sistema, accompagnata dal coro di minatori ubriachi che decanta la loro condizione.
La messa in scena di de la Iglesia è folle e geniale, e delinea con grande abilità l'atmosfera sporca, distopica e grottesca dell'opera. Il cast contribuisce a rendere memorabile i vari personaggi, e le musiche dei Def Con Dos rafforzano la carica sovversiva e divertita del film. Sicuramente non ci troviamo di fronte ad un Capolavoro, e de la Iglesia farà di meglio con i successivi "El Dia de la Bestia" (in cui è presente ancora Álex Angulo,che in questo film interpreta l'omonimo Alex) e "Balada Triste de Trompeta", ma comunque "Acción Mutante" resta un simpatico gioiellino satirico che non potrà non strappare qualche sorriso agli animi più Rivoluzionari, disgustando invece chi accetta e approva il sistema e/o chi snobba tutti quei film (e non solo) che non obbediscono alle regole dell'ordine e del buon gusto.
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