Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Meraviglioso racconto sospeso nel tempo e nello spazio, nel quale si scontrano le maestranze più disparate (come età e mansione) e un gotha di mummie logorate dal potere, immobili nel loro parassitismo, piene di imperfezioni che cozzano con lo stile pomposo ed impeccabile della ridicola messinscena del banchetto. Il tratto grottesco è entusiasmante: nei dialoghi, nella recitazione, nella musica. L'incontro tra la Signora e il mega pescione (cotto tra mille imprecazioni, che riecheggiano nel salone degli invitati, dove regna un silenzio assoluto) è in realtà lo specchio di due esseri uguali: orribili, secchi e senza vita.
Le atmosfere barocche da torre d'avorio, che fanno pensare ad epoche lontane, vengono poi attualizzate quando uno dei potenti al desco fa portare una serie di computer dove mostrare i dati delle proprie attività, per farsi bello agli occhi della Signora (e mettere all'angolo un altro desinante, cui sono stati sottratti documenti del segno opposto). E' una ragnatela maleodorante, logora di potere e comportamenti inumani, che fa da contraltare alla vitalità dei ragazzi della scuola alberghiera, in particolare del protagonista, che durante tutta la cena scruta, osserva i vari personaggi e specialmente la giovane ragazzina (sebbene fermo nella richiesta immobilità).
Lui però non ci sta a quella pozza di ipocrisia e antivita e così deciderà a modo suo di liberarsene (con l'implicita approvazione di un altro schiavo della mummificazione in atto, il gigantesco cagnone della Signora). E' un film pieno di armonia, di simbolismo ma tutto riportato al reale, ad una credibilità naturale. Raffinato e marcescente, voto otto.
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