Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Olmi ha sempre sviluppato una sua poetica delle immagini, che rende i suoi film inconfondibili già dalle prime scene. Anche il "Lunga vita alla signora" si coglie il tocco del maestro, la meticolosità nell'indagare uno sguardo o un particolare, la cura nella scelta delle musiche o dei dialoghi (qui ridotti all'osso, come se l'attenzione dello spettatore dovesse confuire solo sulla grande messa in scena che rappresenta un pranzo di gala con tutti i suoi preparativi). Ma emergono anche le piccole e grandi ipocrisie, la finta accondiscendenza, la gelosia e l'invidia. Tutto ciò avrà un effetto sul giovane protagonista, che vedrà sotto una diversa luce la realtà e ne trarrà le debite conseguenze. Personalmente ho apprezzato di più altri film di Olmi ma "Lunga vita alla signora" resta comunque un'ottima pubblicità al cinema d'autore ed all'arte del racconto di un grande indimenticabile maestro.
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