In un castello tra le montagne, una vecchia signora raduna una tavolata di potenti per una cena. Un gruppo di ragazzi è chiamato a servire. Tra loro Libenzio, di umilissime origini. Il rituale del banchetto è meticolosissimo e deve essere osservato con scrupolo perché la signora non ammette deroghe né innovazioni. Gli invitati arrivano, prendono posto e cominciano un sottile gioco di prevaricazioni e soprusi per guadagnare posti nella scala gerarchica e nella considerazione della gran dama che compare solo all'ultimo, velata e inaccessibile. Un amaro e divertito apologo sul potere e sulla morte costruito attraverso il meticoloso cerimoniale della cena, a tratti greve ma sincero, fuori dalle consuete atmosfere del regista.
In un castello situato in alta montagna diversi esponenti dell’alta società si danno convegno per una cena di gala intorno alla figura venerata di una vecchia Signora. Tra i camerieri presi a servizio per la serata c’è Libenzio (Marco Esposito), un giovane studente di una scuola alberghiera che entra così in contatto con un mondo da sogno. Dopo la fase di… leggi tutto
L'obiettivo è di ritrarre i pomposi rituali di un'aristocrazia sempre più lontana dalla realtà quotidiana, popolare, materiale; il punto di vista d'eccezione è quello del cameriere, in questo caso una massa di ragazzini curiosi quanto perplessi, con al centro dell'attenzione (per lo spettatore) un giovane occhialuto e pensieroso. Siamo ancora di fronte ad un piccolo… leggi tutto
Meraviglioso racconto sospeso nel tempo e nello spazio, nel quale si scontrano le maestranze più disparate (come età e mansione) e un gotha di mummie logorate dal potere, immobili nel loro parassitismo, piene di imperfezioni che cozzano con lo stile pomposo ed impeccabile della ridicola messinscena del banchetto. Il tratto grottesco è entusiasmante: nei dialoghi, nella…
Olmi ha sempre sviluppato una sua poetica delle immagini, che rende i suoi film inconfondibili già dalle prime scene. Anche il "Lunga vita alla signora" si coglie il tocco del maestro, la meticolosità nell'indagare uno sguardo o un particolare, la cura nella scelta delle musiche o dei dialoghi (qui ridotti all'osso, come se l'attenzione dello spettatore dovesse confuire solo sulla…
Un film di una lentezza e di una noia disarmanti ma sono arrivato alla fine, se non altro per capire dove si volesse andare a parare. Bene, da nessuna parte. Si può vedere una caricatura in chiave grottesca della società, dell'arrivismo dei suoi componenti e dell'ipocrisia borghese ma su ogni rappresentazione è possibile trovare chiavi di lettura interessanti. Non ravviso in…
La prima cosa che viene comunicata agli aspiranti camerieri (dopo che sono stati accolti con freddezza e scortesia) suona come il discorso di un comandante che sprona i soldati a caricare verso il nemico: non dovete pensare di essere inferiori a nessuno, dovete anzi sentirvi onorati e privilegiati, ma non sono ammessi errori e non è contemplabile una non riuscita dell'evento. Da…
In un castello situato in alta montagna diversi esponenti dell’alta società si danno convegno per una cena di gala intorno alla figura venerata di una vecchia Signora. Tra i camerieri presi a servizio per la serata c’è Libenzio (Marco Esposito), un giovane studente di una scuola alberghiera che entra così in contatto con un mondo da sogno. Dopo la fase di…
Graffiante e Grottesca idea quella di girare un Film in una Stanza sfarzosa con gente facoltosa tutta intenta a mangiare,ridere e scherzare senza molti problemi per la Testa e con una manciata di baldanzosi Ragazzi pronti a servire questa "Meritocrazia Altolocata" tutti in attesa di chi ??? ... dell'Ospite d'onore un'Anziana gran-Dame (diciamo cosi' ...) che solo verso la fine si presenta e ...…
Scelti fra i migliori del loro corso, cinque allievi di un istituto professionale (tre ragazzi e due ragazze), vengono inviati in un imponente maniero di montagna adibito ad albergo di lusso, per servire ai tavoli di una cena di gala che si svolge in onore di una nobile ed anziana signora. Tra una corte di servitori arrivisti, la rigida gerarchia dell'organizzazione alberghiera e la tetra…
E’ il film della svolta per Ermanno Olmi, qui affronterà altre tematiche e più che altro un modo di fare cinema diverso che si rifà alla nostra tradizione intellettuale cinematografica, pur con una prospettiva molto personale. Il film si basa molto sulla metafora, di cui è pieno, i simbolismi sono il materiale necessario; il viaggio del ragazzo che passa dall’infanzia all’adolescenza…
L'obiettivo è di ritrarre i pomposi rituali di un'aristocrazia sempre più lontana dalla realtà quotidiana, popolare, materiale; il punto di vista d'eccezione è quello del cameriere, in questo caso una massa di ragazzini curiosi quanto perplessi, con al centro dell'attenzione (per lo spettatore) un giovane occhialuto e pensieroso. Siamo ancora di fronte ad un piccolo…
Cinema e gastronomia: accoppiata spesso formidabile nella commedia - che il mangiare è cosa allegra per noi umani - e alle volte con risvolti grotteschi, quando l'abbuffarsi è pantagruelico. C'è poi un sottofilone…
Si assiste, attraverso gli occhi e gli occhialoni olmiani di un giovanissimo cameriere, appena uscito dalla scuola alberghiera, ad una cena kafkiana, organizzata per una misteriosa e vecchissima "signora" in un castello tra le montagne. Il tono del film ricorda un po' il "Salò o le 120 giornate di Sodoma" di Pasolini e in parte "Il fascino discreto della borghesia" di Buñuel, anche…
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Commenti (2) vedi tutti
Una maratona contro il sonno, vincerla non è facile ma io ce l'ho fatta. Devastante per le palpebre.
leggi la recensione completa di alfatocoferoloIl potere logora chi lo insegue; ma questa metafora ha un passato, un presente e probabilmente un futuro.
commento di michel