Regia di Francesco Massaro vedi scheda film
Non è facile capire come possa essere venuta in mente a qualcuno (ma in sceneggiatura compare anche la firma di Enrico Vanzina, oltre a quelle del regista e del team Corbucci-Amendola: quindi c'è già un forte indiziato sulla carta) la delirante farneticazione di congiungere nello stesso film Er Monnezza ed il Molinaro del Vizietto. Un vero disastro, solo a pensarci un attimo. Eppure due dei maggiori successi al botteghino degli ultimi anni vengono lo stesso riuniti in questa commediaccia sboccata ed illogica, dal ritmo non eccelso (Er Monnezza almeno correva, sparava, inseguiva) e dai pochi personaggi per lo più ritratti in un ristretto ambiente domestico, scritta con ogni probabilità in fretta per sfruttare il momento di popolarità dei due protagonisti. E se Milian dichiara - con una forzatura assolutamente superflua - di chiamarsi Er Cuculo, ma di essere stato precedentemente noto come Er Monnezza, è addirittura incomprensibile la ragione per cui venga inserito a forza il dettaglio dell'omosessualità (simulata) del parrucchiere di Molinaro, che per quanto riguarda la trama del film poteva benissimo svolgere qualsiasi altro mestiere ed essere tranquillamente eterosessuale, visto che di implicazioni in materia di sessualità, per il suo personaggio, non ve ne sono. Robetta che vive di riciclaggio di lavori passati e (scarsa, date le basse motivazioni) verve dei due nomi centrali del cast. Ma il commento migliore sul film è affidabile alla battuta di chiusura, messa in bocca a Milian, sulla strada per il casinò di Montecarlo: "Ce giocamo tutto sul 23. Perchè? Perchè 23, bucio de culo aiutace te". 3/10.
Parrucchiere francese trapiantato a Roma si finge gay per poter esercitare, ma vive con moglie, suocera e due bambine. Le donne di casa lo sottomettono, ma il peggio deve ancora venire: un pericoloso malvivente, Er Cuculo, sta per irrompere nottetempo a casa sua dopo aver rapinato una banca.
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