Regia di Eric Rohmer vedi scheda film
Debbo confessare che la visione su RaiPlay della tetralogia dei Racconti delle Quattro Stagioni di Eric Rohmer mi ha lasciato perplesso, respinto dall'eccessiva verbosità che Rohmer infonde nei suoi film, leggeri ed eterei di impianto, ma tuttavia sovente appesantiti da un eccesso verbale logorroico che fa da contrappunto all'assenza quasi totale di musiche.
Tra i quattro, pur salvando parzialmente anche Racconto d'autunno, l'unica visione che mi è risultata davvero piacevole è questo Racconto d'estate, ambientato sulle spiagge della Bretagna.
Un giovane universitario, Gaspard (un Melvil Poupaud ragazzino), giunge a Dinard, nordica località di mare affollata dai turisti, apparentemente solitario. Lì conosce una cameriera del posto, Margot, ed i due cominciano a frequentarsi in amicizia: scopriamo che Gaspard ha una ragazza, Léna, attualmente in vacanza in Spagna ma che dovrebbe raggiungerlo a breve. Ciò non impedisce al giovane di fare conoscenza con la sensuale Solène, con cui avvia una relazione. Tutto andrà a complicarsi con l'arrivo di Léna, e il protagonista si troverà a giostrare i rapporti con le tre giovani, complicati anche da una progettata gita all'isola di Ouessant, che viene promessa in successione a tutte e tre.
Non che non si parli e chiacchieri anche in Racconto d'estate, lo si fa parecchio, anche troppo con Gaspard sempre intento a sviscerare la dinamica della sue incostanti relazioni sentimentali, soprattutto nei dialoghi con Margot. Ma questo capitolo delle quattro stagioni, condotto da Rohmer con eterea leggiadria, non ne risente troppo e la visione rimane ben godibile. Probabilmente ad aiutare sono una certa spensieratezza estiva e giovanile, la giostra dei personaggi femminili che incuriosiscono e mantengono la varietà fino alla fine, le ambientazioni solari (per quanto possa esserlo la Bretagna), in gran parte in esterno tra spiagge e sentieri a picco sul mare (a differenza dei più soffocanti racconti d'inverno e primavera, dove i personaggi sono quasi sempre rinchiusi in stanze a blaterare), anche un minore sfoggio di gratuita erudizione che appesantiva i dialoghi dei due citati capitoli, e che qui si evita grazie all'età post-adolescenziale dei protagonisti.
Così fino alla fine rimaniamo avvinti a rimirare le capriole amorose dell'inaffidabile Gaspard, che flirta con tutte senza impegnarsi seriamente con nessuna, non per fare il tombeur de femmes ma proprio per indecisione e insicurezza congenite, e alle fine, messo davanti alla necessità di prendere una decisione, decide di non scegliere e si fa trascinare dagli eventi verso una fuga un po' codarda, cosicché a Ouessant non ci andrà nessuno.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta