Regia di Eric Rohmer vedi scheda film
Rohmer, come di consueto, scrive e dirige questo terzo racconto del ciclo delle Quattro stagioni. Sebbene il titolo francese parli chiaro (si tratta infatti del racconto d'estate), in Italia qualche geniale traduttore ha pensato ad una trovatina spiazzante come quella del titolo che ci siamo ritrovati: così, dopo il Racconto di primavera (1990) ed il Racconto d'inverno (1992), e prima ancora del Racconto d'autunno (1998), ecco che dissennatamente Rohmer avrebbe licenziato un film intitolato Un ragazzo, tre ragazze. Cose che voi umani, insomma. A parte questi dettagli, ovviamente inspiegabili porcherie tutte di marca italiota e subite dal regista quanto da noi pubblico dello stivale, si tratta dell'ennesimo lavoro rohmeriano che si svolge con pochi e semplici personaggi, quasi nessuna azione e tanti, travolgenti, incontenibili dialoghi. La prevaricazione delle parole sulla musica (usata solamente come elemento diegetico, cioè fine alla comprensione della scena, effettivo) e quella di sensazioni e sentimenti sui fatti concreti (detta in un modo forse un po' crudo, ma inequivocabile: l'inconsistenza della trama) causano i consueti mal di testa allo spettatore, sempre che non si voglia parlare direttamente di disinteresse. Perchè i ragazzi di Rohmer (particolarmente fissato con le giovani generazioni) sono così buoni e carini, incapaci di mentire o di fare del male con consapevolezza, da generare inevitabili dubbi sulla loro verosimiglianza in chi si trova ad osservarli chiacchierare nelle pellicole del regista francese. In sostanza, Un ragazzo, tre ragazze è semplicemente il ritratto dell'indecisione patologica del maschio chiamato a conquistare la femmina. Tutto qui. 5/10.
Un'estate al mare: un ragazzo si divide fra tre ragazze, una conosciuta precedentemente e due nuove amicizie, promettendo a tutte e tre le medesime cose e finendo per litigare e riappacificarsi con tutte. Salvo poi scegliere la fuga come soluzione definitiva all'impasse.
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