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La famosa invasione degli orsi in Sicilia

Regia di Lorenzo Mattotti vedi scheda film

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La recensione su La famosa invasione degli orsi in Sicilia

di Leman
9 stelle

Un film indimenticabile, che dimostra in modo eccelso le potenzialità della fiaba e dell’animazione.

 

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La famosa invasione degli orsi in Sicilia (2019): scena

La bellezza dell'animazione e della fiaba stanno nella libertà. Libertà di poter raccontare qualunque cosa senza avere alcun limite che non sia la fantasia dell'essere umano. L'animazione rappresenta questo concetto a livello visivo, in quanto ciò che si può fare con l'animazione mai e poi mai si potrà fare con il Live-action e pertanto ciò gli conferisce molta più libertà di rischiare e di mostrare l'immostrabile. La fiaba invece rappresenta questo concetto a livello narrativo, in quanto unico genere letterario dove realmente la coerenza narrativa può essere sacrificata a favore del messaggio e della morale. Perché finché si insegna qualcosa che possa portare il lettore a cambiare il suo stile di vita e il modo in cui si comporta, allora ciò che nella vita normale appare insensato, (tanto per fare degli esempi famosi, una bambina che non riconosce un lupo vestito da sua nonna o una regina cattiva che cerca di uccidere una ragazza solo perché più Bella di lei) nella fiaba acquisisce un senso. La Famosa Invasione Degli Orsi In Sicilia, diretto da Lorenzo Mattotti e tratto dal romanzo di Dino Buzzati, è una fiaba d'animazione dove in ogni scena regna l'anarchia della creatività e della fantasia. All'interno della pellicola l'onirico e il grottesco arrivano a livelli talmente alti da cambiare la percezione dello spettatore, portando coerenza all'interno di una storia folle e incredibile. Ciò che più sorprende è l'unione di due stili formalmente diversi (quello di Mattotti, più onirico e visionario, e quello di Buzzati, più sociale e riflessivo) che raccontano però le stesse cose e finiscono quindi per formare un miscuglio ipnotico e assolutamente unico. L'unicità di questo film è proprio ciò che lo eleva rispetto ad altri film d'animazione usciti quest'anno. Forse non avrà la perfezione visiva e narrativa di Toy Story 4 o di Into The Spiderverse, ma le sue particolarità e la sua voce che si distingue da quella della massa lo rendono un'esperienza indimenticabile.

 

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La famosa invasione degli orsi in Sicilia (2019): scena

La trama del film differisce poco rispetto a quella del romanzo, ma quelle cose che sono state cambiate, servono per dare maggiore fluidità al film, che in questo modo appare un'opera più compatta rispetto a quella che rischiava di essere se certe scelte di Buzzati non fossero state stravolte. Il film però non rinnega in alcun modo i significati del libro e li replica, dando anche uno sguardo più moderno e attuale. Il film parla di molti temi, primi tra tutti il processo di crescita e di individuazione dell'individuo, che dopo un periodo iniziale di smarrimento e di necessità di protezione da parte della figura genitoriale, arriverà poi ad una fase più consapevole ma piena di incertezze e di tentazioni, fino a giungere a una fase conclusiva di maturazione, di individuazione della propria autonomia e di accettazione personale. Il film poi contiene importanti riflessioni a livello politico e sociale, che si distinguono attraverso la divisione in due parti della pellicola. Nella prima parte, quella legata alla vera e propria invasione della Sicilia ad'opera degli orsi, ciò che appare più lampante alla mente dello spettatore è la similitudine con l'immigrazione di un popolo alla ricerca di condizioni di vita più favorevoli, che invece viene respinta da altri popoli più civilizzati e per questo più inclini a non accettare ciò che ritengono diverso. La frase più importante di questa parte è quella pronunciata in un contesto satirico e a tratti grottesco da un generale umano, che davanti all'ondata di orsi che chiedono di poter entrare per negoziare una pace, non sentono quello che il re degli orsi, Leonzio, ha da dire e pertanto ordina di fare fuoco su di loro urlando "Non capisco cosa stanno dicendo, uccideteli". 
Quanta verità. 
D'altronde, non è forse vero che tutta l'ignoranza che c'è al mondo deriva da una scarsa voglia di comprensione più che da una vera e propria riflessione? Il razzismo di una persona deriva realmente da un suo pensiero personale o semplicemente dalla sua pigrizia e dal suo rifiuto di accettare ciò che non capisce? In questa prima parte viene quindi narrata la ricerca della libertà e la necessità di una sicurezza che ti possa garantire una vita sana e senza pericoli e si parla pure del ruolo della morte all'interno della vita dell'uomo, che non è rappresentata come negativa, in quanto necessaria per dare un senso al resto della propria vita. Un film in cui degli orsi invadono la Sicilia che parla di morte e del senso della vita, cosa volete di più? Mattotti porta avanti inoltre il discorso sulla follia della guerra e dell'arma da fuoco, rappresentata magistralmente dalla scena dove i momenti della battaglia tra gli orsi e gli umani vengono intermezzati con momenti dello spettacolo del circo, di sicuro una delle sequenze più belle ed evocative dell'anno.
La seconda parte del film, quella che narra dell'armonia in cui vivono gli umani e gli orsi, oltre a parlare dell'ostilità tra il padre e il figlio (necessaria in un rapporto di stampo genitoriale per permettere al padre di distaccarsi dall'immagine ideale che ha del figlio e ancora più importante per quest'ultimo che deve imparare a cavarsela nel mondo che lo circonda e a trovare la propria autonomia), tratta anche, come il romanzo stesso di Buzzati, il tema della corruzione dell'animo umano e della nascita del consumismo, che va ad infettare pure la natura pacifica degli animali (gli orsi), che essendo esseri che vivono secondo l'istinto non agiscono secondo ideali o regole imposte dalla società, ma che a causa del contatto con l'essere umano cominceranno a mostrare il loro lato più corrotto e vile. Il distacco tra uomo e natura sarà quindi necessario per la sopravvivenza di quest'ultima, almeno finché l'umanità non avrà imparato a distaccarsi dal suo edonismo e a pulire il suo animo corrotto. Solo chi si sarà lasciato corrompere rimarrà dove regna l'egoismo e la corruzione.

Segnalo inoltre l'incomprensibile recensione letta sul sito del Fatto Quotidiano, dove un critico smonta l'opera di Mattotti accusandola di portare lo stesso messaggio del romanzo originale in un contesto culturale in cui ormai appare come datato e potenzialmente pericoloso. Per l'autore dell'articolo infatti il romanzo di Buzzati parla del confronto fra capitalismo (uomini) e comunismo (orsi), in un'epoca in cui per l'umanità non c'era alcuna redenzione o possibilità di rivalsa.
Questa è un'autentica vaccata.

Buzzati ci teneva a inserire messaggi politici nei suoi libri, ma non avrebbe mai inserito una morale così banale e insensata (in che modo degli orsi che eleggono un re per guidarli rappresenterebbero il comunismo?) e oltretutto il messaggio riguardante l'assenza di redenzione nell'umanità e la conseguente critica alla corruzione nell'animo umano sono cose che sono più attuali oggi che mai, non derivano affatto dalla lotta tra sinistra, destra, capitalismo, comunismo e via dicendo. Ma questi giornalisti che palesemente hanno una preparazione adeguata esclusivamente a riportare le cavolate dette dai politici sui giornali, non potrebbero lasciare stare il cinema invece di lanciarsi in queste dichiarazioni senza fondamento? 

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La famosa invasione degli orsi in Sicilia (2019): scena

Ma di sicuro non si può parlare di questo film senza accennare all'aspetto visivo, che aiuta il film a passare dal piano realistico al piano onirico senza alcuna transizione forzata, se non nel momento in cui il compito di proseguire la narrazione viene passato a un altro narratore, senza nuocere alla fluidità e alla struttura del racconto. Lo stile di Mattotti si sente in ogni inquadratura e i colori vividi e chiari lasciano sempre sbalorditi. Sarebbero troppe le scene da citare per far capire la bellezza dei disegni e dell'animazione. Posso solo accennare nuovamente all'aspetto gotico del film, che si palesa molto in scene dalla connotazione autenticamente orrorifica. Sorprende come davanti a immagini di tale portata gotica e a tratti espressionista i bambini della mia sala siano riusciti comunque a divertirsi e a meravigliarsi davanti alla bellezza delle immagini.

Degli autentici quadri che ti lasciano un sorriso stampato sulla faccia e gioia nel cuore. Per quanto possano sembrare disegni elementari a prima vista, nascondono in verità uno studio profondo riguardante la percezione dello sguardo e delle dimensioni. Uno stile di disegno che per quanto sia distintivo nei lavori di Mattotti, deriva da decenni di storia del fumetto italiano e trova in questo film una specie di consacrazione definitiva. La messa in scena di Mattotti è praticamente perfetta, soprattutto considerando che è la prima volta che il famoso fumettista e illustratore si cimenta nella realizzazione di un'opera cinematografica così complessa e particolare. Nota di merito anche al doppiaggio italiano, verso cui nutrivo basse aspettative, ma che è riuscito a sorprendermi. Il dialetto siciliano non nuoce per nulla all'atmosfera della pellicola, anzi, lo esalta ancor di più. E da Veronese ho trovato praticamente perfetto il borbottio da Veneto "polentone" di Ambrosiis. Ciò che più sorprende del film di Mattotti è che nonostante il suo stile palesemente (e per una volta positivamente) italiano, sono numerose anche le ispirazioni da un modo di fare cinema d'animazione che spazia da Walt Disney e Bruno Bozzetto, fino ad arrivare pure ai film di Miyazaki e dello studio Ghibli.

La Famosa Invasione Degli Orsi In Sicilia sembra un'opera creata da uno sceneggiatore giapponese che dopo aver dipinto quadri in Sicilia con l'aiuto di pittori italiani ha deciso di farsi un giro per l'Europa, arrivando a discutere di politica con un coreano incontrato sulla strada e prendendo spunti per la costruzione dei personaggi da un vecchio americano, arrivando infine a bere un bel bicchiere di vino con un francese. 
Io non credo di avere più nulla da dire sul film se non che lo ritengo uno dei migliori dell'anno. Una pellicola che dovrebbero vedere grandi e piccini e da cui entrambi possono ricavare grandi insegnamenti e morali preziose. Ma proprio riguardo quest'ultima frase c'è un'altra riflessione molto più scomoda che mi tocca fare prima di concludere questa breve recensione.

 

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La famosa invasione degli orsi in Sicilia (2019): scena

Questo è un film che potrebbe donare qualcosa a qualunque persona. Un film che potrebbe insegnare molto pure a persone dell'età dei miei genitori. E allora perché nella mia sala non c'era praticamente nessuno se non quei quattro bambini a cui accennavo prima? Veramente noi italiani siamo ancorati al pensiero che un film di questo tipo sia da ignorare solo perchè d'animazione? Ricordo una vecchia discussione con un ignorante (non è un insulto dare dell'ignorante a qualcuno che ignora, al massimo è affermare la verità) su un altro sito, che diceva che l'animazione non era arte e che qualunque film animato non avrebbe mai potuto raggiungere la bellezza di un film con attori in carne e ossa. Questo è, se ci pensiamo bene, il pensiero medio della maggior parte degli italiani. "Perché mai un film con degli orsi parlanti che invadono la Sicilia dovrebbe insegnarmi qualcosa? È assurdo!". Questa chiusura mentale conduce le persone a dubitare di qualunque film non abbiano la certezza che rispecchierà i loro gusti e li porta a rimanere soli nel loro mondo, senza essere aperti a nuove esperienze che possano arricchirli e saziarli. 
Vorrei lanciare un'ultima provocazione finale, suggerendo che probabilmente queste stesse persone che sparlano del cinema d'animazione, poi godono guardando gli animali foto-realistici del nuovo Re Leone. Queste persone non sono abbastanza intelligenti da capire che per vedere animali così realistici basta andare allo zoo e allo stesso tempo non sono abbastanza aperti di mente da accettare qualcosa di volutamente
 irrealistico e particolare. Vogliono qualcosa che sanno essere finto, ma che allo stesso tempo sembra vero, perché non sono abbastanza intelligenti da accontentarsi della realtà e allo stesso tempo si credono maturi, quindi accettano qualcosa che gli sembra sia la realtà e che si distacchi da ciò che è palesemente la fantasia. In una parola, sono degli ottusi.
Perché la verità è che c'è più onestà e realtà all'interno di un singolo frame di questo film d'animazione su degli orsi che invadono la Sicilia che in qualunque remake la Disney metterà in produzione da qui all'eternità. 

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