Regia di Woody Allen vedi scheda film
E' diverso dagli altri film alleniani del periodo, fatto che ha infastidito alcuni, e anche a me ha reso necessaria una maggiore disponibilità per poterlo apprezzare. Detto questo, lo definirei senz'altro riuscito. Certo, non ci sono le sue battute tipiche, le sue ironie, le sue nevrosi, ma c'è dell'altro, e non è banale. Il film riflette in sostanza sulla vacuità del successo, sul fatto che in fondo esso non dà la felicità e una vera consistenza alla vita. Anzi, si viene assediati da personaggi che vogliono solo sfruttare la nostra fama per il loro scopi. Ci si trova però un tema abituale del regista newyorkese, cioè il problema dell'esistenza di Dio. Vero problema, appunto, che pare non avere soluzione, ma che non per questo gli concede tregua. Allen sembra dire che no, non esiste. Eppure la domanda non lo lascia in pace e continua a ripresentarsi. A questo proposito, la scena del dialogo filosofico con gli extraterrestri è un piccolo capolavoro di ironia, fantasia, e profondità. Splendido il bianco e nero della fotografia, ulteriore riconferma che esso non solo era bello nel cinema che fu, ma può essere apprezzabilissimo anche nell'era del colore. Poveretti coloro che non vogliono vedere un film solo perché non è a colori.
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