Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Nelle langhe piemontesi, durante la Resistenza, si aggira un giovane partigiano soprannominato Milton. Il ragazzo arriva nella villa dell’amata Fulvia, ma la guardiana ha due brutte notizie per lui: Fulvia non c’è più e, probabilmente, aveva una relazione con Giorgio, un altro partigiano e amico di Milton. Ma Giorgio adesso è finito in mano ai tedeschi.
Fenoglio, autore del romanzo Una questione privata, era del 1922; i Taviani sono del 1929 e del 1931: inevitabilmente la loro trasposizione cinematografica del libro risulta alquanto attendibile e profondamente sentita. Curiosamente, se entrambi i nomi dei fratelli registi toscani compaiono nei crediti di sceneggiatura, solamente quello di Paolo risulta materialmente dietro la macchina da presa; questo perché pochi mesi prima delle riprese Vittorio era stato investito da un’auto e, pur seguendo ‘in remoto’ il lavoro nelle langhe da parte del fratello, ha collaborato attivamente alla pellicola rimanendo però a Roma. Detto ciò, Una questione privata è un film riconoscibilmente al 100% dei Taviani, di entrambi: un’opera di un’eleganza formale sommessa, esteticamente rifinita e minimalista al contempo, nella quale prevale sempre l’ordine dell’inquadratura all’azione e al dialogo. Un lavoro nobilitato peraltro dalla scelta di affidare la parte principale all’interprete del momento, cioè Luca Marinelli, tutt’altro che scontata per l’età dei registi e decisamente azzeccata data la riuscita sullo schermo. L’amarezza stanca e silente dei giorni della Resistenza che guida il protagonista Milton si scontra in maniera palese con i caratteristici ritmi frenetici e l’inevitabile action dei film ambientati nella seconda guerra mondiale: e ne esce chiaramente vincitrice. 6/10.
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