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Una questione privata

Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film

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La recensione su Una questione privata

di alan smithee
4 stelle

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2017 - SELEZIONE UFFICIALE

La resistenza partigiana nelle Langhe non impegna a tal punto i giovani dissidenti del governo fascista di quei tempi a tal punto da non permetter loro di ripensare ai bei tempi di pace, quando tra ragazzi e ragazze ci si divertiva a corteggiarsi dietro le noti appassionate del motivo di punta, "Over the rainbow", canzone di punta dal celebre cult americano "Il mago di Oz" del 1939.

E Milton, un letterato che si è dato alla macchia nei boschi a favore della causa, non può fare a meno, nel suo vagabondare, di non ripassare nei pressi della villa ove era solito intrattenersi con la bella Fulvia.

Ma quando l'anziana guardian del posto lo informa ingenuamente che Fulvia ha a vuto anche una storia col bel Giorgio, espansivo ed entusiasta, al contrario del nostro uomo, taciturno e riservato, ecco che Milton decide ossessivamente di saperne di più. E quando apprende che il rivale è stato catturato "dagli scarafaggi", ecco che il piano di catturare un fascista e riuscire a proporre uno scambio per riottenere in linertà il concorrente in amore, spinge all'azione il nostro uomo.

L'osessione e la necessità di scoprire la verità, porteranno il giovane a destreggiarsi con un piano tutto improvvisato e riuscito solo in parte, fino ad una rocambolesca quanto drammatica fine, nel contorno insanguoinato di una guerra fratricida che oppose le due fazioni opposte di una stessa nazione divisa da una folata di odio ed intransigenza portatrici di morte, rappresaglie e stragi disumane.

Il fratelli Taviani tentano un nuovo adattamento cinematografico dell'opera postuma ed incompiuta di Beppe Fenoglio. Ne esce un film pieno di buone intenzioni, recitato da u nterzetto di giovani validi attori, attorniatio da un cast tutto giovane che si impegna a rendere credibili situazioni drammatiche ben descritte nell'opera letteraria.

Il risultato soffre putroppo di un evidente didascalismo di dialoghi, di uno schematismo recitativo da parte di queste buone giovani leve purtroppo un pò inesperte e lasciate troppo libere di gigioneggiare con espressioni ed atteggiamenti molto teatrali ed artificiali, che stonano con l'ostinazione per una ambientazione accurata certo, ma anche un pò piatta e pedante.

Che ostenta riprese anche ingenue con scorci su strade bituminose e muri di pietra moderni che nascondono la loro struttura di cemento armato impensabile per quei tempi. Sottigliezze, se vogliamo, per carità, ma un pò di attenzione suvvia. E poi questa recitazione impostata, questa piattezza di dialoghi e situazioni, possibile che non si riesca a respirare o a farci respirare qualcosa di più spontaneo anche riproducendo episodi e situazioni di un passato che non deve essere necessariamente riprodotto come avvolto nella naftalina di un ricordo di così banale e facile presa.

Non per voler necessariamente infierire, ma tutto appare piuttosto ingessato e didascalico, ed anche la pretesa di far reggere tutta l'operazione sulle straordinarie e ormai note doti espressive di un attore validissimo come Marinelli, si rivela una missione avventata ed eccessivamente arrischiata, per un film che ha la struttura di un prodotto televisivo di indubbio impegno, ma piuttosto priva di un proprio carattere e di uno stile personale che era lecito poter intravedere nella prodotto che dovrebbe essere il frutto di una lunga e celebrata esperienza cinematografica da parte di due autori di così lunga e celebrata esperienza.

 

 

 

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