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Fargo

Regia di Joel Coen vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Fargo

di Serum
7 stelle

 

Jerry Lundegaard è un ometto timido ed impacciato, con un lavoro onesto ed una buona famiglia, il tipico statunitense dalla vita rispettabile che però è stato corrotto dal sogno americano di arrivismo e scalata sociale. Per realizzarlo prova a chiedere al ricco suocero dei fondi per un suo progetto, ma dato che lui si ostina a fargli il segno dell'ombrello, decide di fare il primo, irrimediabile passo nel mondo dell'illecito usufruendo di un prestito basato sul possesso di automobili inventate. Quando anche questa formula sembra vacillare, il germe della criminalità ormai si è moltiplicato ed il desiderio di ricchezza trasforma il timido omuncolo in una persona disposta anche a rischiare la vita dei propri cari per raggiungere i suoi scopi. Jerry la fa sempre facile: i soldi chiesti al suocero? Giura che renderà tutto, senza nessun problema; il prestito? Basta rendere illeggibili le targhe delle auto, nessuno controllerà; il rapimento della moglie? Non ci vuole niente, basta chiedere il riscatto al nonnetto despota e tutto si risolverà. Ma questi piani deliranti, presentati inizialmente come simpatiche gag, finiscono per scontrarsi con una realtà nella quale esistono gli incidenti e la fallibilità, in cui i criminali si dimenticano di riattaccare la targa della macchina scatenando una carneficina che farà crollare tutta la baracca. E alla fine della fiera, quello che Jerry ha ottenuto è una famiglia distrutta, un futuro in carcere ed un milione di dollari sepolti in una tomba di neve. Dopo Blood Simple e Crocevia della morte i Coen realizzano il loro primo noir veramente iconico, modello di una lunga serie di parabole dissacranti sull'avidità. Quello che non mi ha mai convinto è il personaggio di Frances McDormand: dovrebbe rappresentare l'umanità sana, con una vita semplice, un marito tranquillo che l'ama, un figlio in arrivo ed un'etica solida, ma la sua linea narrativa spezza il meccanismo discendente ed il monologo che fa al rapitore è troppo didascalico (come lo è la chiusura coi due coniugi a letto). Avrei decisamente preferito che l'azione si concentrasse soltanto sull'escalation infausta come allegoria dell'avidità: lo farà Sam Raimi con Soldi sporchi.

 

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