Regia di Gregory Hoblit vedi scheda film
Martin Vail (Gere) è un vanitoso quanto arrogante "principe del foro" - come lui stesso ama definirsi - che difende in aula un chierichetto (Norton) reo dell'omicidio dell'arcivescovo di Chicago. Unica ragione di una causa portata avanti gratuitamente è la rivalsa contro il pubblico ministero Janet Venable (un'inguardabile Laura Linney), a suo tempo compagna di letto. Quando Martin si accorge della colpevolezza del suo imputato, dopo avere invano tentato di trovare un altro colpevole. punta l'intera linea di difesa sulla minorazione psichica. Riuscirà a spuntarla in aula, quando davanti alla giuria il suo cliente manifesterà chiari segni di schizofrenia, ma un colpo di scena finale, che vale l'intero film, lo costringerà a rivedere i suoi principi.
P roveniente dalla televisione, Hoblit esordisce al cinema con un lavoro tratto dal romanzo di William Diehl, che pur non avendo nessuna particolarità e relegando il film nel novero della mediocrità assoluta, ha però il merito di non calcare sul pedale di sesso e violenza, ma di puntare tutto su un'onesta sceneggiatura. La morale di fondo, che ridimensiona la tracotanza ed il protagonismo dei duellanti forensi, non dissimula qualche eco progressista.
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