Regia di Gregory Hoblit vedi scheda film
Martin Vail è un avvocato penalista. Affascinante, ricco, famoso e piuttosto esibizionista, decide di acquisire la difesa di Aaron ragazzo introverso e balbuziente, accusato dell’omicidio di un alto prelato. Ma la verità va ben oltre il suo infallibile istinto.
Gregory Hoblit ha diretto solo sei film, eppure sfido a trovare in questi titoli una pellicola che non valga la pena di essere guardata. In questo suo esordio alla regia dirige un ottimo Richard Gere coinvolto in un coinvolgente duetto con Laura Linney e fa esordire, davanti alla macchina da presa, un giovanissimo e già dotato Edward Norton.
Parte da un fatto, l’omicidio di un prete, e ne scandaglia gli aspetti più reconditi e inizialmente impensabili, dal punto di vista legale e giudiziario, piuttosto che indiziario; servendoci dei colpi di scena, forse neanche troppo plateali, ma che riescono a trattenere l’attenzione dello spettatore, plagiato soprattutto dall’ingenuo sorriso di Aaron che convince tutti della sua bugiarda innocenza, nonostante la lunghezza e la conseguente lentezza di alcune scene.
Il punto forte di questo film è senza dubbio il cast. Edward Norton per questa interpretazione riceve addirittura la sua prima candidatura all’Oscar, entrando di diritto nel dorato mondo Hollywoodiano che si accorge fin da subito del suo enorme talento. In alcuni punti è evidente che la sceneggiatura risulta più debole e finisce per inerpicarsi in racconti di cose e situazioni che apparentemente non hanno le solide fondamenta di cui avrebbero bisogno; interviene, ancora una volta, la sopra citata bravura del cast a distoglie da certe lacune che finiscono in secondo piano.
Gregory Hoblit dirige una pellicola, liberamente basata sul romanzo giallo di William Diehl Primal Fear, che sembra funzionare solo attraverso le interpretazioni e che si perde quando prova a mettere in gioco argomenti più corposi. Martin Vail pomposo e pieno di sé, eppure estremamente ingenuo, incapace di empatia verso l’altro, lascia che Aaron esprima senza mezzi termini il suo essere. Janet Venable (Laura Linney)impersona invece l’integrità e l’orgoglio, l’unica capace di rendere Martin umano e sorridente.
Schegge di paura è un thriller d’altri tempi che soffre un pochino del tempo che passa ma che è ancora capace di intrattenere, con piacere.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta