Regia di Luigi Cozzi vedi scheda film
Un nostalgico omaggio al cinema di fantascienza del passato, realizzato con pochi mezzi (ma tanta passione) da un divertito Luigi Cozzi, regista che torna dietro la macchina da presa a distanza di quasi trent'anni (l'ultima pellicola da lui girata, in precedenza, è stata "The Black Cat - De Profundis", 1989).
Una misteriosa visitatrice (Barbara Magnolfi) si reca al negozio romano di "Profondo rosso", per consegnare a Luigi Cozzi un antico testo francese dal titolo "L'Univers Vagabond". Tuttavia, nel sotterraneo museo degli orrori, viene aggredita e uccisa da un individuo mascherato che sembra provenire da un'altra dimensione. Il corpo della donna scompare misteriosamente, ma Cozzi entra comunque in possesso del libro, ritrovandolo tra gli effetti personali di Barbara. Attraverso strani sogni, nei quali compare Georges Méliès, Cozzi scopre che un certo Louis Aimé Augustin Le Prince ha anticipato, di qualche anno, l'invenzione del cinematografo (1895), attribuita ufficialmente ai fratelli Louis e Auguste Lumière. Un altro libro - Dove con la luce si cancella la luce - attribuito a uno scrittore del Seicento (tale Aureo Silvestre), un tragico incidente teatrale avvenuto sul finire del XIX° secolo e l'inspiegabile scomparsa di Le Prince, celano una minaccia per l'intera umanità: una porta dimensionale, permette a un individuo malvagio di attraversare i varii "universi" con l'intenzione di portare la Terra sulla via della catastrofe.
Un progetto cinematografico molto caro a Luigi Cozzi, concepito a grandi linee in passato ma rimasto incompiuto per anni, trova la via della realizzazione nel 2016 grazie a Maria Letizia Sercia, co-titolare del negozio "Profondo rosso", presso il quale si sviluppano buona parte delle riprese. L'idea, suggestiva e originale, sembra essere stata elaborata e girata a lungo termine, tanto che la differente fisionomia di Cozzi, calato di dieci chili tra le sequenze della prima parte e quelle finali, è giustificata come l'effetto di un piatto di cozze (!) avariato. Complesso, citazionista [1], ricco di effetti speciali di bassa qualità CGI ma inseriti con grande sentimento (opera del francese Olivier Gérard, già ingaggiato da Cozzi per l'Hercules del 1983), Blood on Méliès' Moon è un film corale, visionario, lisergico e a tratti sorprendente per l'incredibile varietà di argomenti tirati un ballo dal regista.
Sorretto in sceneggiatura da Giulia Leone e Alexandre Jousse, Cozzi compone un'opera che avrebbe certamente meritato un budget di maggiore entità. Ne esce comunque, anche così, un lungometraggio estremamente vivace, impreziosito dalla "amichevole" presenza di conoscenti e collaboratori dell'autore (Lamberto Bava, Manlio Gomarasca, Dario Argento, Antonio Tentori, Fabio Giovannini), interpretato con divertimento e grande umiltà dallo stesso regista. Regista che, ben consapevole delle poche disponibilità economiche, persegue più volte il tema ironico, arrivando a paragonarsi, in uno spassosa circostanza - dettata da un sogno su un critico che non apprezza le sue opere - nientemeno che a Ed Wood ("Chissà che Tim Burton, prima o poi, non faccia un film su di mé, interpretato da me stesso!"). Dal lontano Black Cat (1989), escludendo la serie di documentari "Dario Argento's World of Horror", Blood on Méliès' Moon sancisce il ritorno dietro la macchina da presa di Luigi Cozzi, altrimenti impegnato nella stesura e divulgazione di una sterminata serie di interessantissimi libri dedicati al cinema, compresi molti romanzi e saggi, sotto l'etichetta della casa editrice "Profondo rosso". Ritorno che prosegue, nel 2018, con la realizzazione de I piccoli maghi di Oz, quindi con un film storico, La battaglia di Roma 1849 (2020), ispirato liberamente dal testo Un garibaldino a casa Giacometti di Giovanni Adducci.
NOTA
[1] A brevi sequenze recuperate dal "primo film a soggetto", Il viaggio nella Luna di Georges Méliès, da Hercules, Contamination - Alien arriva sulla Terra, Scontri stellari oltre la terza dimensione e Paganini Horror, Cozzi aggiunge spiritosi omaggi ai sui cult di fantascienza, tipo un falso trailer (Bride of the Monster 2) sull'inesistente La sposa del mostro 2 o scene che scorrono, su un televisore, prelevate da 2001: Odissea nello spazio.
"La teoria delle stringhe prevede un multiverso, nel quale il nostro universo è una fetta di pane di una grande pagnotta cosmica. Le altre fette sarebbero separate dalla nostra, dislocate in qualche altra dimensione dello spazio."
(Brian Greene)
Trailer
F.P. 01/01/2023 - Versione visionata in lingua italiana, DVD Profondo rosso (durata: 111')
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