Regia di Sebastiano Riso vedi scheda film
Un uomo e una donna, una coppia apparentemente normale. Lei, sulla trentina, creatura fragile, raramente esce di casa; lui, più grande di lei, tutto sembra tranne che il suo aguzzino.
Opera seconda di Sebastiano Riso, a tre anni di distanza dal buon esordio del 2014 con Più buio di mezzanotte, Una famiglia è un film altrettanto sconcertante e inusuale per la profondità di sguardo in tematiche trattate solitamente dal cinema italiano con una certa approssimazione. Il team di scrittura è confermato dal primo lavoro: Riso, Andrea Cedrola e Stefano Grasso; il budget è presumibilmente aumentato però, già lo si capisce dalla scelta di due protagonisti efficaci e di richiamo come Micaela Ramazzotti (la cui gamma di caratteri è ormai pressochè illimitata, dalla commedia alla tragedia) e il francese Patrick Bruel. Al loro fianco, in ruoli marginali, troviamo poi Pippo Delbono, Ennio Fantastichini, Fortunato Cerlino e Marco Leonardi. Una famiglia è titolo privo di qualsiasi ironia, che rispecchia ciò che effettivamente la pellicola racconta: la storia di un nucleo familiare indubbiamente (e fortunatamente) atipico, ma purtroppo davvero esistente, come di tanto in tanto le cronache ci ricordano. Difficile dire di più senza spoilerare, senza rivelare troppo; ci si limiti a osservare la solidità dell’intreccio e il peso morale del lavoro, da considerare al netto di una certa cupezza (gran parte delle scene è ambientata in interni poco illuminati) fisiologica e di un ritmo, questo sì, colpevolmente blando. 6/10.
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