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Marciando nel buio

Regia di Massimo Spano vedi scheda film

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La recensione su Marciando nel buio

di kotrab
4 stelle

Tema importante, ma non certo per l'omosessualità nell'esercito, quanto invece per la sua declinazione nello sfruttamento, nella violenza, nel nonnismo, nell'abuso di potere e nella corruzione. Marciando nel buio è il secondo film di M. Spano (il primo era Agosto), già sceneggiatore promettente ma che con questo film di bassa lega conquista un successo effimero: nel 1995 infatti si aggiudica il premio speciale della giuria al Festival del film italiano di Annecy, cosa che si può comprendere solo in vista della scarsa concorrenza degli altri titoli presentati e appunto del tema impegnato e scomodo (oltre, chi sa, alla presenza di J.-M. Barr nel cast?).
Il film fa acqua da tutte le parti: prima parte piatta, seconda parte un po' più interessante per gli sviluppi dell'indagine e qualche lampo di tensione ma che è penalizzata da un approccio grottescamente melodrammatico da tragedia caricaturale e retorica sentimentale; regia e fotografia mediocri e abbastanza insulse; caratterizzazioni, situazioni e dialoghi convenzionali, spesso ridicoli e costruiti su luoghi comuni e senza sfumature, con solo qualche guizzo (la testimonianza di Fabrizio Scarpa [Nicola Russo] in tribunale contro il padre Vittorio [M. Dapporto] o la dignità e l'umanità del Capitano Marsili [R. Citran]). Nel complesso nemmeno il cast aiuta, dato che la maggior parte degli attori risulta risibile (Dapporto, F. Albanese, altri ruoli minori) o imbambolato e monocorde (un Barr improponibile). Si salvano Ottavia Piccolo, Citran e l'affascinante Thomas Kretschmann (Sergente Gianni Tricarico, forse il personaggio appena un po' più interessante). 4 1/2

Sulla colonna sonora

Anche Pino Donaggio non si impegna, tra scarsa ispirazione, manierismi e campionari di spazzatura commerciale ancora anni '80.

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