Trama
Chloé è una giovane donna fragile e depressa che entra in psicoterapia e si innamora del suo analista, Paul. Qualche mese più tardi, i due vanno a vivere insieme ma lei scopre che il suo amante le ha nascosto un lato della sua identità.
Approfondimento
DOPPIO AMORE: LE VITE DEI GEMELLI
Diretto da François Ozon e sceneggiato dallo stesso con la consulenza di Philippe Piazzo, Doppio amore si ispira liberamente al romanzo Lives of the Twins di Joyce Carol Oates per raccontare la storia di Chloé, una giovane e fragile donna che in preda alla depressione e a strani dolori addominali si sottopone a sedute di psicoterapia prima di innamorarsi del suo psichiatra Paul. Diversi mesi dopo, Chloé e Paul vanno a vivere insieme ma ben presto la giovane scopre come il suo innamorato le stia nascondendo una parte fondamentale della sua identità.
Con la direzione della fotografia di Manu Dacosse, le scenografie di Sylvie Olivé, i costumi di Pascaline Chavanne e le musiche di Philippe Rombi, Doppio amore è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2017, occasione durante la quale il regista ha ampiamente parlato del suo lavoro: "Ho sempre ammirato Joyce Carol Oates per il suo stile e per come affronta dettagliatamente questioni psicologiche, personaggi complessi e storie altrettanto complicate. Il fatto poi che la scrittrice sia una grafomane è poi un ulteriore dettaglio che mi ha sempre affascinato. Quando ho scoperto che ha scritto diverse storie con lo pseudonimo di Rosamond Smith, mi sono subito interessato a questi suoi romanzi considerati "minori" ed è così che ho reperito Lives of the Twins, "Le vite dei gemelli". Ne ho mantenuto allora la premessa: una donna scopre che il suo psichiatra, divenuto il suo uomo, ha un fratello gemello anch'egli terapista. La Oates racconta la vicenda in maniera molto realistica mentre io ho preferito, adattandola, concentrarmi sugli aspetti psicologici, ambientare la storia in Francia e aggiungere una rivelazione medica sul finale. Il film che ne ho tratto, però, continua a esplorare ancora i soggetti cari alla scrittrice america: le nevrosi, il sesso e le personalità doppie.
Ho voluto inoltre trattare il tema dei gemelli come qualcosa di affascinante, mostruoso e artistico. Del resto, ho fatto sì che la protagonista Chloé lavorasse in un museo e fosse circondata da opere d'arte, che in qualche modo riflettono non solo il suo piacere per tutto ciò che è estetico ma anche i suoi tormenti interiori. Ovviamente, ho pensato a Inseparabili di Cronenberg: ho il sospetto che la scrittrice abbia visto il film prima di scrivere il romanzo. Mentre Cronenberg racconta la storia dal punto di vista dei gemelli, la Oates adotta quello della giovane donna che finisce nella loro rete. Per me è stato fondamentale mettere Chloé al centro della storia, mostrare la sua pancia con i suoi gonfiori e i suoi dolori, ed illustrare la sua confusione tra una gravidanza precoce e un feto parassita.
Da tempo, desideravo cogliere l'essenza di una seduta psicoanalitica, qualcosa che permette di entrare nelle vite altrui e osservarle da una posizione privilegiata. Non volevo farne la classica rappresentazione che si è soliti mettere in scena: due persone sedute in maniera statica che parlano entro codici prestabiliti. Volevo fare qualcosa di più fluido e coinvolgente, qualcosa che ricorrendo anche agli effetti speciali non appare chiaro alla prima visione ma che diventa di facile comprensione a una seconda: la prima volta che si vede il film non ci si sofferma al dialogo che Chloé tiene durante le prime sedute, successivamente invece ci si rende conto che durante queste viene detto tutto.
Louis, il gemello di Paul, può essere visto come una sorta di avatar che permette a Chloé di vivere i desideri e le fantasie che si priva di condividere con Paul. In ogni relazione, anche nella più felice, c'è sempre un qualche elemento di frustrazione e si necessita di uno spazio mentale in cui esprimere se stessi e ciò che si reprime.
Per il ruolo di Chloé ho voluto dirigere nuovamente Marine Vacht, con cui avevo già lavorato in Giovane e bella, mentre Paul e Luis hanno il volto di Jérémie Renier, con cui ho già girato Amanti criminali e Potiche - La bella statuina. Ho circondato i due con tre donne che possono essere viste come figure materne: Myriam Boyer, la vicina di Chloé, può essere considerata come una madre invasiva e vagamente grottesca, una sorta di strega con il suo gatto imbalsamato; Jacqueline Bisset è invece la vera madre di Chloé, quella madre assente che la giovane cita già dalle prime sessioni con il suo analista e che nel suo mondo di fantasia diviene un'infermiera/carceriera per la figlia costretta a casa; Dominique Reymond è infine la madre medica, colei che fornisce a Chloé notizie sulle sue condizioni senza alcun tipo di particolare trasporto.
Per il finale della storia, m'è venuta incontro la scienza con le sue scoperte. Mentre facevo ricerche sui gemelli, ho scoperto l'esistenza dei gemelli parassiti, che mi ha mostrato come la natura possa essere più fantasiosa e al tempo stesso mostruosa di qualsiasi scrittore. Da ciò, arriva la conclusione finale, la rivelazione che lascia Chloé con un gran vuoto dentro".
Trailer
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Commenti (11) vedi tutti
Comprensibilmente incomprensibile... 4
commento di BradyPasticciato, troppo confuso, a tratti kitsch. Voto: 2 stelle (2024)
commento di robynestaPoteva essere un ottimo film.
leggi la recensione completa di OsmantusStoria e sesso freddi e cervellotici
commento di ottobyteOzon non delude e rimane fedele a se stesso, ovvero confezionando film ottimi e sempre diversi. Regia notevole
commento di monsieur opalNonostante una certa banalizzazione citazionistica, la sua visione, in ogni caso, non annoia e, a tratti, può riservare qualche bella sorpresa.
leggi la recensione completa di laulillaUna donna si innamora di due gemelli (diversi)poi tutto si complica,si ribalta,si ingarbuglia e accumula situazioni insostenibili,a me Ozon e' sempre piaciuto,ma qua bisogna avere tanta pazienza a comprendere i vari rebus che propone il film,non saprei,per me 5.5
commento di ezioE' molto, molto difficile parlare di questo film senza cadere nella trappola degli SPOILER ASSASSINI. Proviamoci comunque.
leggi la recensione completa di noventanoI sintomi di una dolorosa endometriosi sono l'allarmante manifestazione del doppio che si cela nelle irrisolte conflittualità della protagonista,come una sessualità che passa con disinvoltura da una strategia seduttiva di studiata remissività, alla brutalità di una relazione carnale fondata sull'imposizione dei ruoli. Il doppio, secondo Ozon.
leggi la recensione completa di maurizio73Una donna bellissima ed insicura finisce per diventare il prezioso oggetto del contendere di due antitetiche e controverse personalità di identiche fattezze fisiche. Ozon è consapevole quanto sia allettante, ma anche pericoloso l'argomento, e dirige un thriller erotico troppo estetizzante in cui manca ironia e vitalità. Una occasione buttata al vento.
leggi la recensione completa di alan smitheeanche Ozon di cimenta in un film che tratta del "doppio". dopo un inizio interessante. ne viene fuori un film che via via si sfalda e pasticcia troppo. decisamente non la migliore opera del regista francese. "Enemy" di Villeneuve e "Inseparabili" di Cronenberg rimangono ad anni luce.
commento di giovenosta