Regia di Joe Wright vedi scheda film
L'ora è buia, ma il film riesce a darle luce.
I film storici a “limitato orizzonte temporale” hanno - se ben fatti - il principale merito di stimolare lo spettatore all’approfondimento indipendente. Sappiamo tutti cosa sia la rappresentazione agiografica e siamo vaccinati contro il suo frequente impiego nel cinema, pena la diserzione delle sale. L’ora più buia assolve il compito di scandire con precisione i tempi salienti del primo mese di cancellierato di Churchill, così da creare riferimenti utilizzabili per cercare documenti di dettaglio. In altre parole, meritevole non è tanto la verosimiglianza delle singole scene, quanto il quadro logico-cronologico che viene descritto. Il non-studioso di Storia apprende così diversi fatti rilevanti: dalla guerra interna al partito conservatore, alla polemica con Lord Halifax, alle scelte di re Giorgio VI, all’urgenza di risolvere il grave problema pratico di Dunquerque. Che non esista una Verità, o che comunque nessuno la possa conoscere e quindi proponga la propria interpretazione dei fatti, è chiaro anche solo confrontando questo L’ora con - per esempio - l’altrettanto valido Il discorso del Re.
Di questa pellicola è difficile non apprezzare la sobrietà descrittiva, che limita le rappresentazioni sopra le righe di un personaggio storico caratterialmente gigioneggiante, e l’ottima scelta della fotografia, capace di dare risalto e pregnanza a inquadrature tutt’altro che d’azione. Il film scorre, e bene, mostrando e forse esagerando l’evidenza che il cancellierato di Churchill non cominciò in discesa, essendo che in tutte le democrazie articolate gli eventi interni spesso appaiono più urgenti e cruciali di quelli esterni, siano pure questi l’invasione di mezza Europa da parte di un pazzo guerrafondaio. Non si prenda la rappresentazione come oro colato, ma come un utile riferimento di base per ulteriori ricerche.
Si è detto ovunque della grande prova di Gary Oldman (se sentito in originale) e non mi sento di smentire il parere generale: diciamo che l’attore ha il carattere adatto a interpretare una primadonna come Churchill. A fianco, sempre splendida e perfetta, Kristin Scott-Thomas, la cui classe innata traspare in qualunque ruolo le affidino.
Le locandine definiscono il film “un capolavoro”, ma si sa come funziona il marketing. Non è un capolavoro, bensì un’opera curata, interessante, utile.
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