Regia di Joe Wright vedi scheda film
Le battaglie perse sono le uniche per cui vale la pena di combattere.
La caduta del governo Chamberlain e la scelta di Winston Churchill come nuovo Primo Ministro probabilmente si può annoverare tra gli avvenimenti che hanno determinato l'esito della II Guerra Mondiale.
Il lavoro di ricostruzione storica fatto dagli Autori racconta i retroscena della politica inglese in uno spazio di tempo apparentemente esiguo, il maggio del 1940, eppure così fondamentale per i destini di quella Nazione e dell'intera Europa.
Lo spazio di tempo in cui Churchill affronta la sfida della leadership, fatte salve le vanità personali e la scelta che anche la propria famiglia ha serenamente accettato di prediligere la vita pubblica a quella privata, e soprattutto si confronta con la propria coscienza - oltre che con l'opposizione interna - sulla scelta fra condurre trattati segreti di pace che potessero almeno formalmente salvaguardare l'integrità territoriale dell'Isola e l'istituto della Monarchia oppure combattere contro una forza preponderante senza risparmiarsi né lacrime né sangue, cercando di resistere fino all'ultimo uomo.
Alla domanda, più che sensata, " che significato ha morire combattendo eroicamente, quando tutto ciò può essere evitato?", Churchill risponde "non si può discutere con la tigre, quando la tigre tiene la tua testa fra le fauci!".
Eppure per gli spettatori del XXI secolo la riflessione dovrebbe essere più ampia.
Nella sua mirabile capacità di analizzare non solo il nemico, ma anche con la consapevolezza di quello che era lo spirito della Nazione, Churchill - la Storia insegna - fece la scelta giusta.
Ma - viene il dubbio - si può trasferire l'insegnamento di allora alla nostra epoca?
Dopo la II Guerra Mondiale, e fatte salve le peculiarità della Germania Nazista, è noto che negli anni a venire situazioni simili si sono andate ripresentando più volte, anche se lo spazio per il colloquio complessivamente ha avuto maggiore successo.
Oggi soprattutto la politica della lotta a testa bassa, la soluzione del muro contro muro avrebbe implicazioni globali, non solo regionali (come poteva essere nel '40): la proliferazione di armi di distruzioni di massa non sarebbe rassicurante per i destini non della singola popolazione ma dell'intero pianeta. Ma (per fortuna) questa eventualità ai tempi di Churchil non esisteva.
Grande prova attoriale di Gary Oldman, che ha saputo trasferire i tratti di suoi tanti personaggi (burberi e vanesi al limite del narcisismo) a Churchill e che si candida naturalmente alla selezione degli Oscar, oltre che a tutta la sezione trucco e parrucco (5 ore di lavorazione al giorno) per giocare a quello che oggi potremmo definire una sorta di "Tale e quale show".
Il giovane Regista Joe Wright realizza un'altra opera basata soprattutto sulla psicologia e sul contesto di vita dei personaggi. L'intero film è stato realizzato in teatri di posa e non mi stupirei se la sceneggiatura di Anthony McCarten diventasse in futuro anche una pièce teatrale.
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