Regia di Joe Wright vedi scheda film
Affezionato ai film in costume Joe Wright conferma l’attaccamento al genere avendo cura (dopo il tonfo di “Pan - Viaggio nell’isola che non c’è”) di tornare a una delle realtà storiche che gli aveva dato maggior soddisfazione quando si era trattato di utilizzarla come sfondo delle vicende narrate in “Espiazione”. Alla stregua del film tratto dal romanzo di Ian McEwan anche il nuovo lavoro si colloca nel cuore del secondo conflitto bellico, raccontando - come dice il titolo - uno dei momenti più bui della storia inglese contemporanea. A renderlo tale non è solo la minaccia dell’invasione nazista all’alba degli avvenimenti che videro la Germania mettere sotto scacco l’intera Europa, ma anche la trepidazione per le sorti dell’esercito di sua Maestà, bloccato sulla spiaggia di Dunquerque e sotto tiro del fuoco nemico. Ampliando i risvolti che stavano alla base del film di Nolan e raccontandoli in maniera speculare attraverso le decisioni prese dal primo ministro inglese Winston Churchill, “L’ora più buia” è il frutto di un’idea opposta a quella di “Dunkirk”. Tanto il film di Nolan derogava alle regole del cinema classico, sostituendo la centralità dei personaggi con una rappresentazione della guerra che sembra prodotta dal subconscio di uno dei suoi partecipanti, tanto quello di Wright ne restaura i precetti, consegnandoci un protagonista a tutto tondo, raccontato con le forme del biopic più tradizionale. Il Churchill di Gary Oldman (premiato con il Golden Globe per la migliore performance maschile in un film drammatico), infatti, non è solo il deus ex machinadel film, colui senza il quale non ci sarebbe alcuna storia, ma, nel trionfo della mimesi interpretativa messa in atto dall’attore britannico - tanto camaleontica quanto di maniera - ma la risultante di un cinema in cui ciò che appare conta di più di quello che non si vede. Se poi, non contenti, ci si volesse avventurare nel tentativo di trovare le ragioni che, ancora oggi, fanno di Churchill una figura di estrema attualità, basterebbe prenderne in considerazione i risultati della leadership politica e il coraggio mostrato nell'assumersi le responsabilità delle proprie azioni, per capire in che maniera "L'ora più buia" rifletta in maniera critica sulle vicende dei nostri giorni
(icinemaniaci.blogspot.com)
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