Regia di Joe Wright vedi scheda film
L'ora più buia ha un tocco di luce. Nella splendida fotografia, nelle scene di magistrale eleganza , negli interni sontuosi, negli abiti, nei luoghi. Rimane però buia nell'insieme del film che non ho trovato galvanizzante. Il pregio è l'idea di un film su un uomo così speciale. Il difetto non essere stati in grado di METTERLO IN LUCE, appunto.
L'ora più buia ha un tocco di luce.
Nella splendida fotografia, nelle scene di magistrale eleganza , negli interni sontuosi, negli abiti, nei luoghi accattivanti di scenografia. Rimane però buio il film nell'insieme della storia, non galvanizzante, non valorizzata la figura di pregio. vediamo perchè.
La parlata biascicata di Churchill lo rende apparentemente un mentecatto e toglie tutto il fascino alla famosa e storica intelligenza dell'uomo che lo ha reso innanzitutto giornalista, abile retore, ottimo scrittore, (tanto da vincere il premio nobel per la letteratura) oltre che politico, storico, militare britannico. Cose che si conoscevano già.
Quello che non si sa e che non emerge dal film è che era un uomo che soffriva di depressione maniacale, passava giorni a letto e temeva il proprio suicidio più dei tedeschi. Per questo prendeva pillole di anfetamina per curarsi, che lo facevano schizzare di energia fino al susseguente tracollo; in sostanza era bipolare e ci conviveva.
Non viene messo in luce che amava follemente i gatti come il suo caro felino Jock e nemmeno che ha subito miriadi di incidenti prima di morire a 90 anni con un ictus.
Amava la scienza, scriveva saggi, credeva negli alieni e in forme di vita superiore. Un uomo strano per molti, geniale per pochi, almeno mentre in vita.
In ordine ebbe una commozione cerebrale, si ruppe un rene, mentre giocosamente si lanciava da un ponte. In un lago svizzero è quasi annegato, è caduto più volte da cavallo, si è slogato la spalla, si è schiantato con un aereo, mentre imparava a volare ed è stato investito da un'auto attraversando la Fifth Avenue di York. In Africa riuscì persino, dopo essere stato catturato dai guerriglieri boeri, a scappare e a sopravvivere nel buco di una miniera per tre giorni.
Quello che non si sa è che inventò aforismi e frasi celebri nella storia come "Cortina di ferro", “Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta” e “Una mela al giorno leva il medico di torno… se hai una buona mira”.
Ecco dal film non emerge tutta questa genialità di vita, di pensiero, questo anticonformismo e creatività rarissime per un politico, legato alla cultura tanto che vinse un Nobel, (anche questa, fantascienza per un politico), ma neppure la somiglianza fisica sembra essere azzeccata.
Il pregio è l'idea di un film su un uomo così speciale. Il difetto non essere stati in grado di METTERLO IN LUCE, appunto.
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