Regia di Wong Kar-wai vedi scheda film
grande film. Un'affresco allucinato e sincopato del disagio metropolitano, dell'alienazione, dell'incomunicabilita', del degrado sociale e della solitudine dell'individuo nella Cina da incubo di fine millennio. Il regista esaspera l'iperrealismo cupo e nevrotico di Scorsese e mescola una vasta gamma di umori in un film dove coabitano violenza, malinconia, amarezza, buffoneria, tenerezza, speranza e la ricerca appassionata di un amore o di un'amicizia. E' un film che, nonostante l'atmosfera opprimente, rivela un calibrato ottimismo e in cui il malessere e' consolato per lo meno dalle piccole gioie quotidiane. Un film scritto e diretto con inventiva e originalita', popolato da personaggi vivi ed intensi, decisi ad emergere dallo squallore della vita quotidiana, delineati con tutto l'affetto possibile nel loro profilo socio-psicologico, grazie ad un'analisi lineare ma profonda, resa piu' intimistica dall'uso mai retorico della voce off.
la scelta delle canzoni e' fondamentale nel delineare i vari umori dei personaggi del film
la sua e' l'estetica del videoclip (montaggio sconnesso, deformazioni ottiche, ralenti etc...), che pero' ben di rado e' fine e se stessa e in genere e' perfettamente coerente con la poetica del disagio giovanile cara al regista. Qualche compiacimento formale, specie nella prima parte, non intacca la sostanza di un film riuscito e molto personale
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