Regia di Brian De Palma vedi scheda film
Cult.
Carrie White, adolescente timida, impacciata, anonima (Spacek), dotata di bizzare capacità extrasensoriali, vive l'avvicinamento all'età adulta imprigionata nella morsa di due ganasce. Da una parte la madre Margaret (Laurie), bigotta e ultraprotettiva, le impedisce di avere rapporti di amicizia, e meno che mai amorosi. Dall'altro lato, la ragazza è fatta oggetto di una salva di dispetti e cattiverie, che nell'età adolescenziale possono trasformarsi in mille lame piantate nel costato. La via di salvezza le viene insperatamente offerta dallo studente più invidiato della scuola, lo sportivo Tommy (Katt), che su suggerimento della fidanzata Sue (Irving), invita Carrie al ballo scolastico. Tuttavia al ballo, quello che prometteva di essere il giorno più indimenticabile della vita di Carrie diventa il peggiore dei suoi incubi... In un convulso ed incandescente finale, Carrie, servendosi dei suoi poteri telecinetici, riesce a trovare il riscatto e purificarsi finalmente dai suoi demoni.
Horror non privo di impegno e tensione morale. La figura repressiva della madre sa essere negativa tanto quanto quella di un genitore eccessivamente lassista e permissivo: col divieto gratuito e insensato non si può ottenere altro risultato che quello di un figlio impreparato alle curve della vita, alla totale mercè del prossimo. Non meno grave è la piaga del bullismo: le vessazioni e le crudeltà quotidiane, l'insulto, il risolino, l'emarginazione, affastellati una sopra l'altra, sono il vero orrore raccontato dall'opera di De Palma. Eccellente la sospensione che il cineasta americano riesce a creare prima del momento cruciale. Da segnalare la colonna sonora di Pino Donaggio.
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