1750. Giacomo Vigetti, seminarista, deve lasciare Bologna per evitare la condanna per aver messo incinta e fatto abortire una giovinetta. Tramite una vecchia dama in odore di stregoneria ottiene un salvacondotto e parte per la Toscana, per lavorare al servizio di un misterioso personaggio: un ex parroco, allontanato dalla Chiesa per i suoi esperimenti che gli valsero la definizione di "arcano incantatore", condannato a vivere isolato con la sola presenza del segretario. Giacomo deve appunto sostituire il vecchio scritturale appena morto. Superato il terrore iniziale, il giovane si convince che gli esperimenti del suo maestro non sono affatto demoniaci, e comincia a sostenerlo nei suoi studi sui poteri telepatici.
Avati con quest'opera sembra voler omaggiare gli horror-gotici di Bava e Freda degli anni 60'. Potro' sembrare esagerato, ma lo considero uno dei migliori horror italiani, e perche' no, anche del panorama internazionale. Atmosfera, ambiguita', splendida ambientazione e un finale da brividi. Il tutto realizzato con due soldi e quattro attori.
Riuscita l'ambientazione e la fotografia. Per il resto, abbastanza noioso, per nulla pauroso o horror. Sceneggiatura pasticciata e audio del parlato a volte indecifrabile. Rende bene il senso di sporco e precarietà di quei tempi oscuri. Assolutamente niente a che fare con i capolavori di Avati.
non basta mettere le vocine sussurranti per avvicinarsi a "La casa dalle finestre che ridono", che era ben altra cosa rispetto a questo innocuo e noiosissimo film, non scherziamo...
Si respira un'atmosfera gotica, anche se la trama prende una svolta per il poco interessante,colpa di una sceneggiatura un po’ scialba e a tratti farraginosa.voto 5-
meraviglioso, un raro film di terrore. Bava e Avati sono stati i veri ed unici registi di film di terrore: niente o poco splatter ma tanta suspence e paura.
Questa volta l'ennesima incursione nell'horror gotico di Avati è in costume. Le atmosfere sono azzeccate ed inquetanti, il finale è un pò particolare, sospeso tra ambiguità non del tutto chiare…
Bel film,con le giuste atmosfere gotiche e quella buona dose di horror all'italiana che richiamano in parte l'irraggiungibile "La casa dalle finestre che ridono".
Ancora una storia Horror per Pupi Avati, regista bolognese specializzato in ritratti di amicizia e amore nella sua Emilia ma che ogni volta che si accosta al cinema di genere (la terza in questo caso, o forse la quarta considerando anche Voci Notturne) lo fa con grande abilità. Dopo l'ambientazione nel delta padano della Casa dalle Finestre che Ridono, questa volta sono i boschi e le… leggi tutto
Avati torna al vecchio amore, quello per l'horror - diciamo - 'patinato'. I suoi film 'neri' sono lavori dalle atmosfere tenebrose, nei quali però non si rintracciano scene particolarmente macabre, sanguinolente o abusi di effetti speciali: la bravura del regista bolognese sta anche in questo, nel saper rendere l'inquietudine della storia e dei suoi protagonisti anche senza usare mezzi… leggi tutto
tutto la trama si snoda intorno alla lotta contro un Maligno di mutevoli sembianze;horror italicosu base religiosa ben lontano dai fasti del Nome della Rosa.Pupi Avati non è all'altezza delle sue grandi opere ke lo hanno reso celebre anke oltreoceano. leggi tutto
Il Vaticano ha chiesto al governo di modificare il ddl Zan.
Secondo il Corriere ha inviato una richiesta formale in cui tira in ballo anche il documento che regola i rapporti con lo Stato…
Nella Bologna della meta' del diciottesimo secolo, un giovane seminarista e' costretto alla fuga per aver ingravidato una ragazza. Chiede aiuto ad un'anziana dama che si nasconde dietro a un affresco in una villa. Quest'ultima in cambio gli chiede un solenne giuramento e un prezioso "pegno". Il giovane si dirige verso un grosso casolare sull'appennino, dove vive esiliato un prete scomunicato…
Ville accanto al cimitero, case di anime erranti, dimore teatro di malevoli sortilegi. Ancora: case del male, nere, grondanti sangue, sperdute nel parco, proiettanti ombre lunghe e con finestre sorridenti, magari…
Buonasera!
Quali sono i film horror che più vi hanno spaventato, terrorizzato, e che alla fine avete amato nonostante gli spaventi?
Raccontate! Inizierò io questa playlist, che, se volete,…
In questa Play metto in evidenza film dell'epoca che mi hanno lasciato una notevole impressione sull'evoluzione della società post - medievale, rivoluzionata all'inizio del 1500 A.D.da fermenti ed eventi…
Che cos'è il Gotico? Il termine venne coniato niente meno che nel XVI secolo da Giorgio Vasari (1511 – 1574) che lo usò in senso spregiativo per definire lo stile architettonico nato in Francia nel XII secolo e…
VOTO : 6/7. Il film che non ti aspetti, infatti improvvisamente Pupi Avati torna indietro nel tempo e propone un prodotto originale, ed altrettanto particolare, che intende apertamente scavare in ambiti diversi dalla sua produzione del periodo (anni novanta e seguenti) rievocando le sue (indimenticabili) propensioni horror-gotiche degli anni settanta .
Risultato senza dubbio apprezzabile, e…
Viviamo in un mondo di ombre, ….e la fantasia è un bene raro. Quel libro mi ha insegnato che la lettura può farmi vivere con maggiore intensità, che può restituirmi la vista. Carlos Ruiz Zafón L'ombra del…
Per costruire la tensione, Avati qui fa uso soprattutto dell'atmosfera, della fotografia e dei suoni e non abusa di effettaci. L'operazione era difficile ma può dirsi riuscita perché ne è venuto fuori un horror assolutamente inquietante, suggestivo, originale e ambiguo, che si distingue effiacamente dagli altri film dello stesso genere e dello stesso periodo.
Pupi Avati è certemante un vero e proprio maestro italiano della settima arte! Da più di quarant'anni al servizio del cinema...ci ha regalato tantissimi film, oltre 40! Un cinema fatto di alti e bassi, di fiammate…
Ancora una storia Horror per Pupi Avati, regista bolognese specializzato in ritratti di amicizia e amore nella sua Emilia ma che ogni volta che si accosta al cinema di genere (la terza in questo caso, o forse la quarta considerando anche Voci Notturne) lo fa con grande abilità. Dopo l'ambientazione nel delta padano della Casa dalle Finestre che Ridono, questa volta sono i boschi e le…
La paura, la più antica delle emozioni umane, quella più stringente, quello contro cui l'uomo ha combattuto fin dalle sue origini. Ma la paura se non la puoi vincere, la puoi però esorcizzare: e…
che grande regista pupi avati. spendiamo pagine e pagine attorno alle qualità dei registi e al fatto che sappiano o meno realizzare film con dei budget risicati, eccovi un regista che dei milioni non sa che farsene. l'horror di avati è fatto di luoghi di colori, di sapori, di piccoli particolari fuori posto, di inquietudini sottiili. un'atmosfera unica quella ricreata nelle…
Avati torna al vecchio amore, quello per l'horror - diciamo - 'patinato'. I suoi film 'neri' sono lavori dalle atmosfere tenebrose, nei quali però non si rintracciano scene particolarmente macabre, sanguinolente o abusi di effetti speciali: la bravura del regista bolognese sta anche in questo, nel saper rendere l'inquietudine della storia e dei suoi protagonisti anche senza usare mezzi…
Il regista bolognese Pupi Avati possiede almeno tre anime cinematografiche, una è quella sentimental-minimalista-nostalgica a cui appartengono UNA GITA SCOLASTICA, FESTA DI LAUREA, IL TESTIMONE DELLO SPOSO, IL CUORE ALTROVE; una seconda acre e cattiva come il dittico REGALO DI NATALE e LA RIVINCITA DI NATALE; la terza è quella horror più sporadica nella sua ricchissima…
A mio avviso l'horror perfetto. Storia magnificamente impregnata di splendore gotico e ricostruzione puntualissima del 700 bolognese. Tempi, inquadrature, luce, musiche, effetti speciali, recitazione. tutto al di sopra degli standard del tempo.
Innanzitutto chiariamo che qui Il nome della rosa non centra nulla, non come qualcuno asserisce. Il film che segna il ritorno al gotico del Maestro dopo i due precedenti Casa dalle finestre che ridono e Zeder, è un perfetto esempio di cinema di suspence, creata da atmosfere e situazioni, con l'apporto di un attore unico come Carlo Cecchi e suggellata da una bellissima colonna sonora di Pino…
tutto la trama si snoda intorno alla lotta contro un Maligno di mutevoli sembianze;horror italicosu base religiosa ben lontano dai fasti del Nome della Rosa.Pupi Avati non è all'altezza delle sue grandi opere ke lo hanno reso celebre anke oltreoceano.
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Commenti (11) vedi tutti
Horror suggestivo e inquietante.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiAvati con quest'opera sembra voler omaggiare gli horror-gotici di Bava e Freda degli anni 60'. Potro' sembrare esagerato, ma lo considero uno dei migliori horror italiani, e perche' no, anche del panorama internazionale. Atmosfera, ambiguita', splendida ambientazione e un finale da brividi. Il tutto realizzato con due soldi e quattro attori.
leggi la recensione completa di DonapintoRiuscita l'ambientazione e la fotografia. Per il resto, abbastanza noioso, per nulla pauroso o horror. Sceneggiatura pasticciata e audio del parlato a volte indecifrabile. Rende bene il senso di sporco e precarietà di quei tempi oscuri. Assolutamente niente a che fare con i capolavori di Avati.
commento di ezzo24non basta mettere le vocine sussurranti per avvicinarsi a "La casa dalle finestre che ridono", che era ben altra cosa rispetto a questo innocuo e noiosissimo film, non scherziamo...
commento di giovenostaSi respira un'atmosfera gotica, anche se la trama prende una svolta per il poco interessante,colpa di una sceneggiatura un po’ scialba e a tratti farraginosa.voto 5-
commento di wang yumeraviglioso, un raro film di terrore. Bava e Avati sono stati i veri ed unici registi di film di terrore: niente o poco splatter ma tanta suspence e paura.
commento di lonestarQuesta volta l'ennesima incursione nell'horror gotico di Avati è in costume. Le atmosfere sono azzeccate ed inquetanti, il finale è un pò particolare, sospeso tra ambiguità non del tutto chiare…
commento di LIBERTADIPAROLA75Bel film,con le giuste atmosfere gotiche e quella buona dose di horror all'italiana che richiamano in parte l'irraggiungibile "La casa dalle finestre che ridono".
commento di galavernaBello. Mi è piaciuta soprattutto l'ambientazione.
commento di Utente rimosso (metallopesante)Grande ritorno di Avati all'horror. Come Zeder, vi rimarrà impresso nella capoccia per tanto tempo.
commento di ronkAvati si dimostra superiore a certe baracconate d'oltreoceano, con questo film fa passare lungo le nostre schiene dei veri e sani brividi!
commento di Keiser Soze