Regia di Howard Deutch vedi scheda film
Sequel se possibile migliore di Due irresistibili brontoloni, è una delle più esilaranti commedie degli anni novanta. Il motivo è da individuare nello sconfinato mestiere dei due protagonisti settantenni, capaci di reggere e dominare un film in cui la loro evidente anzianità (le rughe, le smorfie, i movimenti) è un dato irrilevante rispetto all’attivismo (non stanno un attimo fermi o placidi: si pensi a tutta la questione della pesca). Sarà perché portano in dote l’evocazione della leggerezza wilderiana, ma il film è così spassoso proprio in virtù della perfetta e consumata alchimia tra Walter Matthau e Jack Lemmon.
A mettere ulteriore brio, accanto alla recidiva Ann Margret già oggetto del desiderio del precedente capitolo, ci pensa Sophia Loren in una delle sue partecipazioni più significative della maturità perché raggiunge uno squisito equilibrio tra popolaresco e glamour. Ultimo ruolo per il grande Burgess Meredith, che saluta lo schermo spirando di fronte ad un bellissimo lago. Potrebbe essere all’origine del filone brillante sulla terza età che dilaga da qualche lustro.
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