Regia di Victor Sjöström vedi scheda film
Sorta di fiaba triste, crepuscolare, dal preponderante tono moralistico e cattolico senza mezzi termini. La morte è la vera, unica protagonista di quest'opera la cui storia è incentrata sul concetto di redenzione, solo mezzo per giungere ad un'effettiva espiazione dei propri peccati. Il senso di colpa è la fraterna spalla della morte, il cui rappresentante semi-terreno è un defunto che viaggia con un carretto fantasma a raccogliere le anime di tutti coloro che spirano; attorno a questo fantasioso, profondo, a tratti realmente toccante lavoro si sviluppa peraltro il film televisivo Bildmakarna di Ingmar Bergman (2000).
David, ubriacone con la tisi, incontra nella notte di capodanno la sorella laica Edith, che gli dà un anno di tempo per redimersi. Ma David continua ad alcolizzarsi e perdere le sue giornate con i barboni; ha una moglie e due figli, che nel frattempo fuggono di casa. Un anno esatto dopo Edith è in punto di morte e chiede al conducente del carretto della morte (che passa a raccogliere le anime di coloro che spirano) un'ultima chance per salvare David; questi ha una visione della moglie che tenta di uccidere i figli e suicidarsi e, piangendo, torna da loro, dimostrandosi finalmente cambiato e così salvandoli.
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