Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
Con il suo consueto stile asciutto Aldrich realizza un film che ancora oggi appassiona. Un cast all men come altre volte è accaduto nei suoi film, non fa perdere il ritmo dell'azione in situazioni sentimentali o divagazioni melò. Al contrario l'obiettivo è quello di delineare dei personaggi che per le loro caratteristiche cercano di imporsi sullo sviluppo della vicenda. James Stewart è un cocciuto pilota ormai, veterano ormai in declino, che solo in extremis riconosce di non saper dare ragione ad altri; il suo vice, uno splendido Richard Attenbourough ha dei problemi di alcolismo; l'ignegnere tedesco, interpretato da Hardy Kruger, sarà la mente che porterà in salvo il gruppo, ma a costo di pesanti conflitti. In una realtà angosciosa e ricca di insidie (dal caldo soffocante ai predoni che imperversano nella regione) si innescano i conflitti tra le varie personalità dei protagonisti. Chiaramente lo scontro più importante avviene tra il pilota e l'ingegnere: il primo aprioristicamente scetticco verso i suggerimenti tecnici dell'altro, il secondo algidamente calcolatore. Se la parte dell'ingeniere (che in una scena quasi traumatica scopriremo non essere esperto di "veri" velivoli ma di lavorare per una fabbrica di aeromodelli, banalmente definiti "giocattoli" da Stewart). La sequenza della messa in moto del motore è da antologia per la tensione e la forza trascinante con cui ad ogni detonazione delle cartucce per l'avviamento del motore sembra di vivere la stessa tensione dei personaggi.
Il cast può vantare attori di alto livello anche nei ruoli secondari: George Kennedy, Ernest Borgnine, Peter Finch.
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