Regia di Barbet Schroeder vedi scheda film
Film che non rispetta le attese in quanto a tensione. Lo spunto è interessante anche se non di certo originale. Un cadavere. Nessun’arma del delitto. Un ragazzo scomparso. Polizia in confusione. Riduzione cinematografica del romanzo di Rosellen Brown, è una pellicola psicologica che punta i riflettori sulla famiglia finto-felice. Un figlio represso, in contrasto col padre. Una madre cosciente ma che si volta dall’altra parte. L’assenza di comunicazione tra i genitori e i loro ragazzi. L’omicidio è più che altro il pretesto per affrontare temi ormai triti. Non c’è nulla di male nel riprendere ciò che già è stato fatto. Ormai c’è poco da inventare, soprattutto quando si parla di thriller. E allora, o le cose le fai al top o la delusione di chi vede è inevitabile. La vicenda dell’opera di Barbet Schroeder (Il mistero Von Bulow, 1990) soffre di un pathos moscio. Che non riesce a decollare e a mantenere l’attenzione viva con costanza. In questa sorta di fallimento registico, sono sprecati due attori di pregevole cabotaggio, quali Meryl Streep e Liam Neeson. Smorto Edward Furlong (American History X, 1999), nelle vesti del presunto colpevole, il giovanissimo Jacob. Spicca invece l'interpretazione di Alfred Molina, alla perfezione nella parte. Infatti, con lui a incarnare l’avvocato tutta grinta e senza scrupoli, le scene in tribunale valgono la pur stiracchiata sufficienza. Ma poteva andare molto meglio.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta