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Una moglie per papà

Regia di Jessie Nelson vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Una moglie per papà

di Lina
8 stelle

Commedia dalle tinte drammatiche e amare, che affronta con il giusto tatto e pathos, l’impegnativo tema dell’atroce sofferenza che si prova nella perdita della madre, specialmente se a perderla è una bambina piccola, che reagisce chiudendosi in un ostinato mutismo.

 

Qualcuno contesterà la prevedibilità della trama, ma cosa importa che sia scontata se riesce a toccare le corde del cuore, commuovendo e suscitando una profonda tenerezza?

Come si può criticare un’opera che possiede certe qualità? Possiede un’intensità e dolcezza uniche.

 

Commuove e fa sorridere al tempo stesso nell’illustrare l’abilità di una governante nel fare ritornare la serenità e la gioia di vivere in una famiglia che ha subìto un lutto molto doloroso.

Corrina, difatti, è una donna di colore speciale, positiva e arguta, che sa comprendere i bambini problematici, sa come prenderli e aiutarli, ma soprattutto, sa come donare loro l’amore di cui hanno bisogno. Finisce con il compensare con la sua bontà ed empatia il terribile vuoto nella vita della piccola Molly, una bambina a cui manca la madre morta da poco tempo. La donna riesce ad accedere al suo cuore e il rapporto di fiducia e affetto che si instaura gradualmente tra le due non può non emozionare. E alla fine, Corrina riesce a conquistare anche Manny, il padre della piccola.

 

C’è solo un ma. Verso la fine degli anni ’50, nei sobborghi di Los Angeles esiste ancora gente che crede che le donne di colore possano fare solo le cameriere nei ristoranti o le governanti nelle case dei ricchi bianchi.

Dunque nel film vengono affrontati senza frivolezze né banalità, ma con assoluto realismo, altri argomenti importanti e seri come i pregiudizi e il razzismo.

 

Sarà comunque l'amore a vincere alla fine.

Corrina spodesterà tutte le insipide e arriviste donne bianche che insidieranno Manny, riuscendo ad aprire ognii porta con la sua viscerale simpatia e savoir-faire.

 

Il finale non è pienamente conclusivo, ma molto intuitivo e gustoso.

 

La sceneggiatura è perfetta, bilancia con classe i suoi elementi; il ritmo è costante; i dialoghi incisivi; la messa in scena convincente e intensa; la colonna sonora adeguata e il cast scelto ottimo.

 

Ray Liotta è espressivo e profondo nel ruolo di Manny. Whoopi Goldberg è una carismatica e simpatica mattatrice, il vero cardine della pellicola. Carina e molto brava Tina Majorino, perfetta per la parte. Si lascia ricordare anche il cameo un tantino grottesco di Joan Cusack.

 

Un film in definitiva malinconico e un po’ moralista, ma molto piacevole e denso di buoni sentimenti. Una sorta di favola strappalacrime sulla diversità.

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