Regia di Gérard Corbiau vedi scheda film
Un film a tratti grezzo e spigoloso, che però in questo ha il merito di fornire una descrizione inedita dell'epoca barocca. Sfrondandola dagli orpelli estetizzanti, ne rivela uno dei risvolti più degradanti, di cui Farinelli è la vittima più celebre. La sua condizione di castrato ne ha svuotato l'esistenza umana ed affettiva, riducendolo ad un oggetto di eccessive aspettative artistiche e perverse attenzioni sessuali. Splendidamente reso l'ambiguo assoggettamento al fratello.
Nelle arie interpretate dal protagonista, languori e virtuosismi tipicamente settecenteschi.
La sua recitazione combina mirabilmente l'affettata compostezza del cantante d'opera con l'espressione di una sofferenza continua e latente. Una maschera di "virilità femminea" più che plausibile.
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