Regia di Quentin Tarantino, Robert Rodriguez, Alexandre Rockwell, Allison Anders vedi scheda film
Quattro episodi collegati tra loro dal personaggio del fattorino interpretato con verve ed autoironia, ma tendente all'overacting, da Tim Roth. Il primo, della regista Allison Anders, è francamente superfluo; il secondo, di Alexandre Rockwell, autore che da allora non ha mantenuto le promesse, è poco più di uno sketch improntato sul turpiloquio; il terzo, diretto da Rodriguez, è di gran lunga il migliore e quasi l'unico motivo per vedere il film: è improntato sul registro grottesco ed ha per sorprendenti protagonisti due bambini, maschio e femmina - cosa non nuova nella filmografia del regista, basti pensare alla serie 'Spy kids' - che, approfittando dell'assenza dei genitori (uno dei due è un Antonio Banderas che si prende volentieri in giro) ne combinano di tutti i colori; l'ultimo, che doveva essere il fiore all'occhiello, dato che è di Quentin Tarantino, reduce dai trionfi di 'Le iene' e 'Pulp fiction', è riuscito solo a metà: parte bene ma si impantana in una lunghissima e verbosa scena che ha per attore principale lo stesso autore, non eccelso come attore, per poi concludersi in maniera brusca ed inattesa.
Nel complesso un'operazione che prometteva bene ma che si è rivelata un mezzo fiasco, sia dal punto di vista degli incassi ma ancor più per la resa artistica.
Voto: 5.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta