Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Dagli anni '70 questo film ha un significato diverso: i cartoni animati di Heidi, certamente impostati maggiormente sulla vena patetica e strappalacrime della storia, possono avere un'influenza negativa sulla visione di questo film del primo Comencini, è utile ricordarlo. Occorrerebbe dimenticarsene - ma per vizio generazionale chi scrive fatica a farlo - e guardare alla pellicola come ad un semplice racconto sull'infanzia, la crescita, l'amicizia: ciò che bene o male rappresenta il fulcro del romanzo di Johanna Spiry, scrittrice svizzera di fine Ottocento. Un soggetto perfetto per il 'regista dei bambini', che adora soprattutto mettere i piccoli a confronto con il mondo degli adulti, per vederli trionfare in realismo, modestia e logica: così come in Pinocchio - che non a caso Comencini riprenderà una ventina d'anni dopo, facendone uno dei pezzi forti della sua intera produzione -, anche in Heidi al centro della storia c'è un'infanzia vivace e problematica, che supera una serie di difficili prove ed incontri non sempre fortunati per trovare uno sbocco concreto verso l'età adulta. Nel complesso, ad ogni modo, il film è piuttosto convenzionale ed aderente al racconto originario. 5/10.
La piccola Heidi viene trasferita dalla capanna sui monti in cui vive con il nonno ad una casa di città, in cui accudisce una bambina malata, Clara. Ma il difficile rapporto con la governante Rottenmayer e la nostalgia di casa e dell'amichetto Peter riportano Heidi indietro.
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