Regia di Carol Reed vedi scheda film
Bel film - per qualcuno il capolavoro di Carol Reed - sulle manipolazioni cui può andare incontro l'infanzia, anche un'infanzia superficialmente dorata, come quella del piccolo protagonista, figlio dell'ambasciatore francese a Londra. È un bambino cresciuto nella bambagia e vissuto nel mito dei racconti fantasmagorici fattigli dal maggiordomo Baines, un uomo malammogliato e senza bambini, che per lui funge da vero padre. Lo scontro con la realtà, per Philippe, sarà molto duro e comporterà la frantumazione di quell'idolo che si era fabbricato, ascoltando le storie di Baines.
Tratto da un racconto di Graham Greene, che qui collabora alla sceneggiatura, Idolo infranto è un'opera nella quale confluiscono diversi elementi, non ultimo, oltre a quanto sopra accennato - ma anche alla difficoltà di giungere alla Verità -, quello dello scozzo tra la morale ufficiale e la realtà quotidiana, fatta di sotterfugi e piccoli e grandi inganni, di cui sono tutti vittime, adulti e bambini. Forse, tra le righe, si può leggere anche un auspicio affinché sia fatto cadere anche questo idolo (il titolo originario è The Fallen Idol) costituito da una morale puritana molto di facciata, ma che continua a condizionare in negativo le vite di chi vi si trova soggetto.
Impeccabile prova degli attori, tra i quali primeggia l'ottimo Ralph Richardson.
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