Regia di John Ford vedi scheda film
Due mercanti di cavalli accettano di fare da guide a un gruppo di mormoni, decisi a fondare una comunità in un territorio selvaggio. Lungo la strada stabiliscono contatti amichevoli con i navajos, raccolgono una famiglia di ciarlatani che vendono l’elisir di lunga vita e sono costretti ad aggregarsi una banda di fuorilegge in fuga dopo una rapina; c’è anche il tempo per un paio di corteggiamenti andati a buon fine. Il film ha il suo punto di forza nella sua episodicità: non c’è un vero protagonista, o meglio il protagonista è la carovana stessa, che durante il viaggio verso la terra promessa diventa emblematicamente il primo nucleo di una società che espelle da sé gli elementi nocivi e reintegra quelli traviati (particolarmente riuscito il personaggio del finto medico, che supera il proprio egoismo per mettersi al servizio della collettività). C’è la fatica, la crudezza della vita in un ambiente ostile, ma alla fine tutti i sacrifici trovano il loro compenso nella scena idilliaca dell’arrivo alla meta. Forse l’episodio dell’incontro con gli indiani è troppo accomodante e l’affastellamento di tipologie umane può sembrare un po’ meccanico, ma quale western on the road non sembra meccanico dopo Ombre rosse?
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