Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film
A dispetto del giudizio negativo altrui, io non mi vergogno di dire che a me questo film è piaciuto molto. La trama è ben sviluppata e anche grazie a un'ambientazione antica suggestiva, cupa e ben curata, riesce a emozionare e coinvolgere.
Forse, coloro che lo criticano, ignorano che ha vinto il Premio Strega 1993 e ha avuto alcune nomination al David di Donatello 1996 e al Nastro d'argento 1997. Dipende dall'ottica con cui lo si guarda e ovviamente dai gusti personali.
Lucia Cara, nel recitare sfoggia un nonsochè di malinconico e allo stesso tempo sensuale, che conquista e che rende affascinante il suo personaggio di Miluzza. Non è difficile immedesimarsi in lei, nelle sue paure, nelle sue emozioni, nella sua dolcezza e genuinità di adolescente che scopre il sesso attraverso esperienze sbagliate.
A me questo dramma di analisi sociale sembra realistico e raccontato con una certa sensibilità dalla Wertmüller... nonostante qualche luogo comune e un lieto fine prevedibile, questa storia arriva dritta al cuore, illustrando con diligenza e autenticità le sfumature della durezza della vita, dell'amore, della crescita, della sessualità, dell'onore e delle tradizioni di un'epoca scomparsa.
Sceneggiatura buona, scenografie adeguate, ritmo costante e recitazione credibile. Ambigue certe scene, ma dall'entrata in scena di Bova, la cupezza che avvolge il film viene rimpiazzata da un gradevole mix di romanticismo, dolcezza e ironia. I dialoghi tra Miluzza e Pietro suscitano grande tenerezza.
Per me ha fatto un buon lavoro.
Mi è antipatica lei e il personaggio ninfomane che interpreta, anche se lo interpreta bene.
Interpreta il ruolo del principe azzurro in modo impeccabile. Piacevole.
Perfettamente calata nella parte. Brava.
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