Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Le due orribili facce dell'Italia post-Mani pulite, pronta a consegnarsi senza trattare all'arroganza ed all'ignoranza berlusconiane. C'è la sinistra saccente ferma ad ideali utopistici ottocenteschi e c'è la destra manesca e popolana, che condivide con l'opposta 'fazione' una buona dose di presunzione. Quella che esce da Ferie d'agosto, che è grazie al cielo poco più di una caricatura sociale di quell'Italia, è una nazione allo sfascio, sconfortantemente abbandonata nelle mani di soggetti davvero piccoli. Ci si esalta per poco (un particina in una fiction con Gianni Morandi) in questo Paese eternamente lacerato da conflitti e campanilismi tanto accesi quanto risaputamente inutili: questa è la morale del secondo film di Virzì, tutt'altro che disprezzabile, ma non molto incisivo nelle caratterizzazioni (bravo quantomeno Orlando) e 'graziosamente' superficiale nell'intreccio. Qualcosa funziona, le idee non mancano (la scena delle stelle cadenti in cui tutti i protagonisti esprimono con il pensiero i loro desideri), altro è piattamente televisivo (il tentativo di riappacificarsi dei 'destroidi', che vengono al confronto diretto, umano con i 'sinistroidi' con toni e argomenti che ricordano molto da vicino una puntata del Bagaglino: lontano dalla satira, verso il qualunquismo).
Vacanze estive a Ventotene; in un caseggiato abitano, a stretto contatto, due famiglie: una di burini di destra, l'altra di presuntuosi di sinistra. Sarà un continuo scontro, ovviamente senza vincitori.
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