Regia di Peter Hyams vedi scheda film
La vita di una strampalata e goliardica coppia di poliziotti sui generis prosegue “spensierata”, tra una sparatoria e l’altra, fino alla comparsa di un trafficante di droga sudamericano intenzionato a conquistarsi la sua fetta di mercato ed a mettere in crisi la vocazione dei due sbirri.
La storia del film è presto detta e risaputa, vita da sbirri in una città, una Chicago ghiacciata e violenta, fotografata in pieno stile “Hill Street Giorno e Notte” e popolata da una varia fauna criminale. Ciò che permette alla pellicola di svettare su una pletora di prodotti similari venuti e da venire è una qualità sceneggiativa di tutto rispetto (non dello stesso Hyams ma di Gary DeVore, discreto sceneggiatore di film d’azione); quasi ogni sequenza tipo di un poliziesco che si rispetti viene riprodotta con piglio violento tipicamente anni 70 e ricondotta su binari non canonici, permettendo allo spettatore di godere di uno spettacolo fluido e assolutamente non scontato. I vari luoghi comuni obbligatori di un poliziesco, infatti, sono riconsiderati con un buon occhio per le scene d’azione (la sparatoria al molo e quelle in interni), per gli inseguimenti (sulle rotaie, con “pinguina” alla Blues Brothers al seguito) e per l’adrenalinica e violenta “redde rationem”. Il regista conosce il mestiere e dirige un film robusto e sufficientemente scorrevole, con una buona fotografia “ghiacciata” e sporca (dello stesso Hyams), riuscendo a proporre una simpatica variante sul un genere particolarmente abusato, grazie alla scelta di infarcire ogni sequenza con una preponderante verve commediante. La coppia di protagonisti, Billy Crystal e Gregory Hines, sono convincenti e molto naturali nel farsi da spalla nel reciproco e continuo profluvio di battute salaci e scurrili, ispirando, probabilmente, i futuri (e molto più chiassosi) “Bad Boys” di Michael Bay. Unico difetto del film è quello, a mio avviso, di non aver retto benissimo al fluire del tempo e di risultare troppo ancorato all’immaginario anni 80, soprattutto nelle sequenze non d’azione, fatto di musiche pacchiane e situazioni alla “Beverly Hills Cop”, con abbondanza di donne disponibili in costume, sui pattini e non, secondo una concezione festaiola tipica del periodo yuppista.
P.S. impossibile commentare la solita inspiegabile traduzione italiana del titolo originale “Running scared” in “Una perfetta coppia di svitati”...
Movimentata.
Pacchiana.
Robusta.
Verboso.
Spumeggiante.
Compita.
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