Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
Un film anche "minore" di un grande regista riserva sempre qualche sorpresa. Accolto in maniera piuttosto ostile dalla stampa americana, mentre da noi non sono mancate significative eccezioni che l'hanno apprezzato, "Stealing beauty" è una specie di romanzo di formazione di una diciannovenne americana in Toscana in una comunità anglofona che ha ben poco di italiano. Il film riserva sempre raffinate intuizioni figurative grazie alla fotografia di Dharius Khondji, con una campagna toscana e le location del Chianti che non scadono mai nella cartolina illustrata, ma forse é un po' lunghetto nelle due ore di proiezione e non riesce sempre a tenere alto l'interesse dello spettatore. Bertolucci ha citato come riferimento visivo il cinema di Jean Renoir, si avvale di una sceneggiatura improntata alla coralità dove però non tutte le figure di comprimari sono messe bene a fuoco, e alcune rischiano la maniera o lo stereotipo, nonostante l'approccio minimalista scelto insieme alla co-sceneggiatrice Susan Minot. Riuscita la trovata del video amatoriale all'inizio, non mancano alcuni momenti forti a livello emotivo, e in genere spiccano le scene dove la Tyler é affiancata da Jeremy Irons, forse il migliore nell'ampio cast nella parte di un malato terminale. Buoni anche alcuni momenti della protagonista con quello che si rivelerà suo padre, interpretato dall'irlandese Donal McCann, ma nel complesso la pellicola risulta un po' discontinua. Liv Tyler era bellissima, forse prometteva più di quel che ha mantenuto in seguito, e nel ruolo di Lucy sfoggia comunque una tempra espressiva da non sottovalutare. Tra i film della fase tarda di Bertolucci "L'assedio" é un'opera di maggiore risalto sia tematico che formale.
Voto 7/10
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