Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
Bertolucci dichiarò di avere realizzato Io ballo da sola come conseguenza della delusione per la politica ed il suo ruolo sminuito e residuale, per cui, in sostanza, non restava che rifugiarsi nella dimensione privata, tentando di rubare la bellezza (Stealing Beauty è il titolo originale del film) dal reale attraverso l'arte.
Siamo sicuri che la percezione per l'umiliazione della politica sia stata avvertita da Bertolucci solo nel 1995? Considerando Novecento (1976) l'ultimo film pienamente «politico» del regista parmigiano, non si possono considerare frutti della disillusione e del disimpegno già opere come La luna (1979), La tragedia di un uomo ridicolo (1981), L'ultimo imperatore (1987, con l'eccezione, tra questo e il precedente, nel 1984, della partecipazione al collettivo L'addio a Enrico Berlinguer), Il tè nel deserto (1990) ed anche Il piccolo Buddha (1993)?
Diciamo piuttosto che Io ballo da sola è un film poco ispirato, artificioso, freddo e inerte, ambientato in una campagna toscana già di tendenza, oggetto di spot pubblicitari e buen retiro per vip di ogni parte del mondo.
La bellezza da rubare è indubbiamente quella della campagna senese, ma anche quella che esce da ogni poro della luminosa Liv Tyler, che un artista (il quale si rivelerà essere il padre naturale della ragazza) tenta, con risultati secondo me scarsi, di rapire attraverso la pittura.
Non mi sembra del tutto azzeccato il cast (Carlo Cecchi che balla è da museo degli orrori), ma soprattutto resta un'impressione di antipatia per questa fetta d'umanità che non si capisce come si mantenga, visto che nessuno lavora né sembra preoccuparsi di farlo.
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